Forex: euro tonico il day-after la BCE
Seconda seduta consecutiva di rialzi per il cambio eurodollaro che, in attesa dei numeri in arrivo dal mercato del lavoro statunitense, si è spinto fino a 1,0619 dollari. Nel confermare la politica monetaria, il chairman Draghi ha evidenziato i miglioramenti evidenziati nelle ultime settimane dagli indici macroeconomici dando l’impressione che, con il peggio ormai alle spalle, i prossimi mesi saranno utilizzati per mettere a punto una strategia d’uscita dalle misure straordinarie.
“Crediamo che il primo passo sarà rappresentato dalla modifica della ‘forward guidance’ nel corso del meeting di giugno. La guidance è destinata a diventare più neutrale tramite l’azzeramento della possibilità di un taglio dei tassi o di un incremento del QE”, si legge in una nota diffusa da Abn Amro.
“A settembre, ci attendiamo che la BCE sveli il suo piano per il tapering”. Secondo Abn Amro, il piano di progressiva riduzione degli stimoli dovrebbe partire ad aprile 2018 per concludersi a settembre del prossimo anno. A marzo 2019 dovremmo invece assistere al primo rialzo dei tassi.
Dagli aggiornamenti su non-farm payrolls e tasso di disoccupazione non sono attese grandi novità, il saldo delle prime è visto a 200 mila unità mentre il secondo è visto in riduzione al 4,7%, e gli operatori sono ormai certi, al 100% secondo le rilevazioni di Bloomberg, che la prossima settimana la Federal Reserve varerà una nuova stretta monetaria.
La forza del dollaro è tanto più evidente nel cross con la sterlina, alle prese con le prime avvisaglie di un indebolimento dell’economia (a gennaio la produzione manifatturiera è scesa dello 0,9% mensile) e con le minacce di un nuovo referendum in Scozia. In cinque sedute il cable è sceso di oltre un punto percentuale (-2,65% per il saldo mensile) e attualmente passa di mano a 1,2156$.