Il Fmi spazza via dall’Europa lo spettro default, ma è tempo di agire con piani adeguati

E’ tempo di agire. Anche se non ci saranno fallimenti. Il Fondo monerario internazionale spazza via lo spettro default dai paesi periferici della Vecchia Europa. E sprona all’adozione di piani di aggiustamento credibili soprattutto per quei paesi, come l’Italia, che hanno limitati margini di manovra a causa della zavorra dell’alto debito.
Secondo l’organismo di Washington le nazioni avanzate devono mettere in campo misure a lungo termine per controllare la piaga del debito. E lo devono fare ora, senza ricorrere a interventi che si rivelino efficaci solo nel breve. Non attecchisce al Fmi l’ipotesi proposta dalla stampa di una sospensione dei pagamenti sul debito (default) dei paesi europei periferici, bollata come “non necessaria, indesiderabile e improbabile”.
Il cuore del problema di questi paesi a ritmo lento per gli esperti del Fondo monetario internazionale non è l’onere del debito, bensì il deficit primario. Una motivo ritenuto abbastanza per dire che sospendere i pagamenti non avrebbe molto senso. E in quest’ottica il caso italiano è illuminante. L’alto debito in pancia al Belpaese, al 115,8% del Pil nel 2009 che secondo proiezioni è destinato a balzare al 124,7% nel 2015, limita gli spazi di manovra sul bilancio e rende il nostro paese, fra i paesi avanzati, uno di quelli con minore spazio fiscale.
Secondo gli esperti del Fmi la distanza fra il debito attuale e il limite oltre il quale questo è insostenibile che serve per affrontare shock imprevisti è davvero risicato. Una situazione simile a quella in cui si trovano Giappone, Grecia e Portogallo. Il verdetto è che l’unico modo per uscire da questo pantano è un piano di correzione credibile. Diversa invece secondo il Fmi la situazione di Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Spagna e Islanda, nonostante anche qui i margini di manovra si siano ridotti.
L’attenzione si sposta quindi sui piani di austerity. Sul mercato sono in molti a ritenere i mesi di settembre e ottobre fondamentali per capire come tira il vento in Europa. Ma c’è chi come Silvio Peruzzo di Royal Bank of Scotland ritiene necessario munirsi di una buona dose di pazienza perché l’implementazione di queste misure ha bisogno di tempo. Secondo il Fmi le azioni già decise dai governi per l’anno prossimo sono adeguate; ma il condizionale sulla loro riuscita resta d’obbligo.