Fmi rivede al rialzo Pil Italia a +1,3%. Ma insiste su tassa immobili e auspica taglio pensioni
Non solo la reintroduzione della tassa sulla prima casa, ma anche il taglio alle pensioni. Sono queste le richieste dell’Fmi all’Italia.
L’istituzione di Washington guidata da Christine Lagarde alza in modo netto le stime sulla crescita economica italiana, prevedendo ora un rialzo del Pil, nel 2017, pari a +1,3%, rispetto al +0,8% atteso sia per quest’anno che per l’anno prossimo nelle precedenti previsioni.
Si stima poi un rallentamento al +1% nel periodo compreso tra il 2018 e il 2020.
Fmi: Italia vari tassazione moderna su immobili
L’Fmi non molla al contempo la presa e insiste sugli sforzi di risanamento pubblico che l’Italia deve attuare, tornando sulla spinosa questione della tassazione sugli immobili, e confermando di non vedere di buon occhio la decisione relativa all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Di conseguenza chiede una tassazione “moderna” sugli immobili.
Le richieste, così come il miglioramento delle stime, sono contenute nel rapporto che lo staff del Fondo Monetario Internazionale ha presentato alla fine della missione annuale in Italia.
L’outlook sulla crescita è migliore anche rispetto alle previsioni contenute nel Def, che indicano una crescita del Pil al tasso +1,1% per quest’anno e al +1% per il 2018.
Fmi: debito pubblico elevato, Italia esposta a choc
Non mancano tuttavia gli avvertimenti.
Nel rapporto si legge che “i rischi al ribasso sono significativi” e legati “alle fragilità finanziarie, alle incertezze politiche, a una possibile battuta d’arresto del processo di riforma” e “alla normalizzazione” del corso della politica monetaria da parte della Bce (leggi graduale riduzione degli acquisti di BTP effettuati con il programma attuale di Quantitative easing, dunque avvio prima o poi del tapering).
Viene ricordato che “l’elevato” debito pubblico che fa sì che “l’Italia sia esposta a choc” con margini ridotti di azione, così come “al rischio di una dura e pro-ciclica correzione”.
Ed è a tal fine che l’Italia deve lanciare riforme strutturali “ambiziose e omnicomprensive”, iniziando dal completamento della legge sulla concorrenza e della modernizzazione delle pubblica amministrazione.
Fmi: per debito trovare risorse nella spesa pensionistica
Per cercare di sanare il bilancio, l’Italia deve agire inoltre in modo incisivo. Anche perchè secondo l’Fmi, al fine di assicurare un calo consistente del rapporto debito pubblico/Pil, sarebbe opportuno ambire non solo al pareggio di bilancio, ma a un surplus strutturale di almeno lo 0,5%.
Fondamentale reperire dunque nuove risorse, attingendo anche alle pensioni.
In che senso? Intanto, gli esperti ammettono che sul fronte delle pensioni l’Italia ha fatto “più di molti altri” Paesi per garantire la sostenibilità del sistema. Detto questo, sarebbe necessario “considerare di ridurre l’elevata spesa pensionistica“, visto che “nel sistema esistono sacche di eccessi che vanno razionalizzate, legate non ultimo a esenzioni su generosi benefici“.
E i margini di miglioramento vengono individuati non solo nella spesa pensionistica ma anche in quella sanitaria.
L’obiettivo, scrive l’Fmi, è quello di equilibrare in modo più opportuno la pressione fiscale.
Fmi su cuneo fiscale e Reddito di Inclusione
L’auspicio, in generale, è che l’Italia sposti la pressione verso i consumi e gli immobili e allarghi la base imponibile e al contempo opti per una ulteriore riduzione del cuneo fiscale, per sostenere crescita e occupazione.
Affrontato anche il capitolo della povertà. L’Fmi rileva che “la quota dei trasferimenti alle fasce di reddito più basse è la più bassa dell’area euro” e pertanto sarebbe necessario “migliorare la platea dei soggetti interessati, razionalizzare i piani di previdenza ed estendere il programma di Reddito di inclusione, facendolo rientrare in un piano universale anti-povertà“.
Fmi su banche italiane e bail-in
Nel rapporto si fa riferimento anche ai progressi compiuti dalle banche italiane nella gestione del problema degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati.
Il Fondo sottolinea a tal proposito, in merito agli istituti che versano in condizioni maggiori di difficoltà, la necessità di una ricapitalizzazione o il ricorso efficace e tempestivo al meccanismo di risoluzione”. Ovvero, al bail-in. Ciò, per impedire che le debolezze permangano per troppo tempo, pesando sul resto del sistema (bancario) e minacciando la stabilità).
Ancora, il fondo chiede anche alle banche minori di impegnarsi nella riduzione degli NPL, presentando piani ad hoc.