Elezioni, May resiste e forma nuovo governo. Ma ora UK più debole in trattative Brexit, outlook mercati (GRAFICI)

Theresa May insiste e rimane al suo posto. Confermato il no alle dimissioni, dopo il risultato delle elezioni UK che sa di cocente sconfitta.
Il partito dei Conservatori – il suo partito – ha vinto le elezioni ma ha perso la maggioranza assoluta. Tuttavia, in nome di un periodo di stabilità che dice di voler tutelare a tutti i costi, May torna dall’udienza con la Regina e annuncia la formazione di un nuovo governo, con il sostegno del partito DUP (Unionisti nord irlandesi).
Un governo che possa “assicurare certezza e portare avanti la Brexit” in un momento critico.
Theresa May sotto attacco: “si dimetta”
Come May possa riuscirci assediata dalle richieste di lasciare il suo posto, si vedrà nel breve medio termine. Una cosa è sicura.
Il Regno Unito si trova ora in una situazione di maggiore debolezza nelle trattative volte a concretizzare il divorzio dall’Unione europea.
E a ciò si aggiungono le aspettative dei mercati, scettici – come conferma un articolo del Financial Times – sulla reale capacità di May di governare in modo efficace.
La sterlina riduce la flessione seguita ai primi risultati delle elezioni e dopo l’annuncio di May relativo alla formazione di un nuovo governo, viene scambiata sul dollaro al di sopra della soglia di $1,27, comunque in calo.
Allianz Global Investors dirama una nota sulla direzione degli asset finanziari.
- E’ possibile che il risultato delle elezioni inauguri un approccio verso la Brexit più pragmatico, e aumenti le probabilità di una “soft” Brexit, che implichi forse anche il mantenimento dell’accesso al mercato unico.
- La principale view è che la Bank of England manterrà i tassi invariati per i prossimi 2-3 anni, o per un periodo di tempo più lungo.
- Le speculazioni su un’altra elezione mettono sotto pressione la sterlina ma i principali fattori che incideranno sulla sua performance saranno i dati economici.
Theresa May: nuovo governo tra Conservatori e DUP
Il nuovo governo si baserà sull’alleanza tra i Conservatori di May e i DUP (Unionisti nord irlandesi). La premier non accetta quello che gran parte della stampa del Regno Unito definisce, per i Tories, un esito disastroso. Fallito in pieno il suo disegno, che si è tramutato in un clamoroso autogol.
May aveva deciso di indire nuove elezioni per la giornata di ieri, convinta di poter rafforzare la maggioranza dei Tories in parlamento. Ma già i sondaggi avevano illustrato nelle settimane precedenti l’arrivo di una delusione, mostrando come il vantaggio dei Conservatori sui laburisti di Jeremy Corbyn si fosse decisamente assottigliato.
Con le elezioni di ieri e i risultati di oggi, il flop di May è stato confermato: i Tories hanno vinto, e questo è indiscutibile. Ma hanno perso la maggioranza assoluta, non riuscendo ad aggiudicarsi i 326 seggi necessari per la sua formazione.
I seggi si sono fermati infatti a quota 318, 12 in meno rispetto alla situazione precedente il voto.
Cresciuto invece il sostegno dei britannici ai laburisti di Jeremy Corbyn, che ora si rafforzano in Parlamento, con 261 seggi, in rialzo di 29 unità.
Elezioni UK, May snobba cocente flop
Lo spettro dello “Hung Parliament”, del Parlamento impiccato, diventa realtà.
Il Regno Unito è chiaramente a rischio ingovernabilità e la posizione di May è chiaramente indebolita. Tanto che la premier decide appunto di formare una coalizione con il Partito democratico degli unionisti (DUP)
“Formerò ora un governo”, annuncia decisa dopo l’incontro con la Regina, al fine di “costruire un paese in cui nessuno e nessuna comunità vengano lasciati indietro”.
D’altronde, sottolinea, la certezza è “ciò di cui il paese ha bisogno, ora più che mai ed “è chiaro che il partito dei Conservatori e degli Unionisti abbia la legittimità e la capacità di fornire tale certezza, gestendo una maggioranza nella Camera dei Comuni”.
Con il sostegno dei 10 parlamentari del DUP, May arriva ai 326 seggi, ma comunque a fatica. E la maggioranza formata è piuttosto variegata, visti gli interessi disparati dei membri.
L’espansione dei Conservatori in Scozia implica infatti che la maggioranza sarà costituita da diversi parlamentari che hanno una visione decisamente pro-Unione europea. Dall’altra parte, i membri del DUP sono fermi sostenitori della Brexit, anche se l’Irlanda del Nord ha votato per rimanere nel blocco.
Il calo della sterlina viene accolto positivamente dalla borsa di Londra, con i titoli delle multinazionali che sostengono il Ftse 100. Ma i timori della City sul futuro della Brexit si riflettono nel trend negativo dei titoli bancari e delle società immobiliari.
La sterlina recupera dopo aver subito nei confronti del dollaro la perdita più forte dal voto della Brexit, nei confronti di un paniere che include le più importanti valute a livello globale.
La valuta britannica è precipitata fino al minimo in sette mesi contro l’euro, a 1,13, mentre sul dollaro è scivolata al valore più basso in otto settimane, fino a $1,2650.