Fitch: ‘target NaDef mettono a rischio conti’. Fmi, Lagarde: ‘Italia in un club, rispetti regole’
Allarme conti pubblici da Fitch mentre da Bali, Indonesia, dove sono in corso le riunioni dell’Fmi e della Banca mondiale, anche Christine Lagarde (numero uno del Fondo Monetario Internazionale) cerca di rimettere in riga l’Italia.
Fitch scrive chiaro e tondo nella sua nota che i nuovi obiettivi di bilancio fissati dal governo M5S-Lega mettono a rischio i conti pubblici.
L’agenzia di rating non crede nella capacità dell’esecutivo italiano di riuscire a centrare i target, “soprattutto dopo il 2019”, tanto che per il 2020 prevede un deficit-Pil al 2,6% e non in calo dal 2,4% previsto dalla nota di aggiornamento al Def per il 2019 al 2,1% per il 2020, come stimato dal governo.
Per l’agenzia a salire sarà anche il debito pubblico, che prevede in crescita al 129,8% entro la fine del 2021, invece che al 126,7% atteso nel NAdef.
Così, di fatto, si legge nella nota:
“La nostra prossima revisione messa in programma è nel primo trimestre 2019 . Gli obiettivi della nota di aggiornamento al Def puntano a una moderata riduzione del deficit nel 2020 al 2,1% del Pil. Noi ci aspettiamo un risultato più vicino al 2,6% che avevamo previsto da agosto, il che contribuisce a una stima del debito/Pil più alta (129,8% entro fine 2021, contro 126,7% nella Nadef)”.
Da segnalare che nel mese di agosto Fitch aveva tagliato l’outlook da “stabile” a “negativo”, confermando il rating BBB, che dista di soli due gradini dal livello “junk”, spazzatura.
Un nuovo monito all’Italia sulla necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici è arrivato in queste ultime ore anche dal numero uno dell’Fmi Christine Lagarde che, nel commentare la legge di bilancio del governo M5S-Lega, ha detto che, “se si fa parte di un club e si decide di rimanerci, allora è necessario che se ne rispettino le regole”.
La speranza, per Lagarde, è che ci sarà una differenza, alla fine, tra quella che è la retorica del governo, e quelle che saranno “le cifre finali” che saranno presentate con la manovra economica.
L’Fmi sta monitorando anche la questione italiana del doom loop – abbraccio mortale tra banche italiane e titoli di stato italiani – , come è emerso ieri con la pubblicazione del Global Stability Report.
Il Fondo ha avvertito che, “nel caso in cui le preoccupazioni sulla politica di bilancio dovessero riemergere sui mercati, il rischio è che il legame tra banche e debito sovrano possa tornare a infiammarsi. In uno scenario del genere, le tensioni sul mercato potrebbero diffondersi sui mercati dei bond dell’Europa, così come è accaduto nella crisi dell’Eurozona e, in modo più limitato, lo scorso maggio”.
Tra l’altro, Il Corriere fa notare oggi che, con il risultato dell’asta di ieri, che ha visto protagonista il collocamento, da parte del Tesoro, di Bot a 1 anni a tassi più che raddoppiati, la “bolletta per il servizio del debito pubblico è aumentata in un giorno di altri 30 milioni di euro”.
“Questa è la somma – scrive il quotidiano – che il ministro dell’Economia mette in conto di sborsare in più per interessi dopo che, nel collocamento dei Bot annuali, i rendimenti sono schizzati di oltre mezzo punto percentuale. Tra il rendimento dei Bot annuali dell’asta di settembre e quello di oggi passano 51 punti base (dallo 0,436 allo 0,949 per cento) che, rapportati all’importo emesso (6 miliardi in ciascuna delle due aste) restituiscono un aumento della spesa per interessi pari appunto a poco meno di 30 milioni di euro”.