Notizie Notizie Italia Fiat: Marchionne, Jobs Act non ci influenza. Il sogno è quotazione a New York il 1° ottobre

Fiat: Marchionne, Jobs Act non ci influenza. Il sogno è quotazione a New York il 1° ottobre

4 Marzo 2014 11:38

La riduzione del cuneo fiscale è una cosa dovuta anche per incoraggiare il Paese”. Lo ha detto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, durante la conferenza stampa al Salone dell’Auto di Ginevra. “Non voglio minimizzare quello che il premier sta facendo, ne capisco la necessità, ma noi abbiamo un accordo con i sindacati che ci permette di portare avanti le nostre scelte, quindi il Jobs Act non ci influenza“, ha aggiunto Marchionne. Il numero uno del Lingotto ha poi fatto notare come la crisi sia ancora qui: “Non sta peggiorando e questo è qualcosa ma è ancora qui”. Per quanto riguarda la crisi in Ucraina, questa “potrebbe impattare sulle strategie di Fca perché, se persiste, è poco probabile che faremo qualcosa di importante in Russia nei prossimi 12 mesi. La possibilità è ridotta”, ha spiegato Marchionne.

Ripresa mercato auto in Italia non quest’anno
Per il top manager, la ripresa del mercato dell’auto in Italia non ci sarà nel 2014. Marchionne ha detto di non avere la minima idea se la ripresa ci sarà nel 2015 o nel 2016 ma solo che non ci sarà quest’anno, aggiungendo che il vero problema dell’Italia è la mancanza di capacità di consumare. L’economia italiana, ha spiegato il numero uno del Lingotto, è stata sottoposta ad un notevole livello di stress, “ma l’unico sfogo per noi deve essere il mondo, non l’Italia, se non ragioniamo così non contribuiremo alla ripresa del Paese. Bisogna tenere la testa bassa e andare avanti“. Il sogno di Marchionne è la quotazione di Fca a New York il primo ottobre, anche se ammette che c’è ancora tanto da fare. “Se non sarà il primo ottobre sarà il primo novembre o il primo dicembre”, ha poi aggiunto.

Piano industriale il 6 maggio a Detroit
L’Ad ha inoltre annunciato che il prossimo 6 maggio sarà presentato a Detroit il nuovo piano industriale di Fiat e Chrysler, precisando però che la data è ancora da confermare. Marchionne ha poi sottolineato che il gruppo non ha mai lasciato l’Italia, ma che si sta muovendo internazionalmente e di non avere niente da dire sul convertendo: “Non ho mai confermato che lo faremo. Se si faranno operazioni di finanziamento le realizzeremo nel quarto trimestre di quest’anno o nel 2015”, precisando che ci sono vari modi per finanziarsi.

Nuovo governo? Avverto cambiamento
Per quanto riguarda il nuovo governo, Marchionne avverte la volontà di cambiare. “Non voglio dire niente se era necessario o no, siamo sempre stati filo-governativi. Cercheremo di appoggiare qualunque esecutivo, il Paese ha bisogno di credibilità internazionale, faremo di tutto per sostenerlo”, ha affermato. Ma precisa: “Non ho mai chiesto una lira al governo italiano e non abbiamo intenzione di chiedere niente, non credo che il Paese in questo momento sia capace di affrontare una richiesta come questa”. Ha voluto dire la sua anche il presidente John Elkann: “La stabilità politica per noi è fondamentale e la auspichiamo”.

Jeep, target 2014 un milione di vetture
Ottimista il presidente e Ceo di Jeep, Mike Manley, che ha spiegato come Jeep si sia posta come obiettivo di vendite per quest’anno 1 milione di veicoli rispetto al precedente target di 800 mila unità. L’occasione è stata la presentazione della nuova Cherokee e del mini suv Renegade prodotto nello stabilimento di Melfi. Si tratta della primo modello realizzato fuori dagli Stati Uniti.