Notizie Notizie Italia Fiat giù: Marchionne traccia il nuovo corso per Mirafiori, ma c’è chi guarda al futuro di Iveco

Fiat giù: Marchionne traccia il nuovo corso per Mirafiori, ma c’è chi guarda al futuro di Iveco

18 Gennaio 2011 09:36

In attesa del ventilato rafforzamento del Fondo salva stati le Borse europee imboccano la via dei rialzi dopo la seduta fiacca di ieri. Non c’è fretta, è questa la conclusione cui sono arrivati i ministri dell’Eurozona, che a Bruxelles hanno avviato le discussioni su quale strategia approntare nei prossimi mesi per soccorrere i Paesi in crisi. La proposta di un intervento immediato avanzata dalla Commissione Ue è tornando a dividere il club di Eurolandia. E tutto potrebbe slittare al Consiglio Ue di marzo. Più avanti nella mattina, sottolineano gli operatori, l’andamento dell’indice tedesco Zew, potrebbe dare una direzione comunque più precisa ai listini. Le attese sono per un rafforzamento a 6,8 da 4,3 con un ampio spettro di previsioni compreso tra zero e 15. A Milano, gli ordini di acquisto si concentrano sui titoli del lusso. A Piazza Affari corrono i titoli del lusso con Tod’s e Luxottica, che guadagnano entrambi l’1,3%.


Bene anche la pattuglia dei titoli bancari con Mediobanca (+1,5%), Ubi (+1,4%) e Intesa Sanpaolo (+1,4%): quest’ultima, oggi, ha in agenda un consiglio di gestione che dovrebbe varare la nascita del maxi polo vita. In forte progresso anche Pirelli (+1,59%) che, secondo Il Sole 24 Ore, chiuderà il 2010 con numeri di bilancio in forte progresso rispetto all’anno scorso. Rialzi superiore all’1% anche per Stm, mentre cambia il vento su Fiat (-2,40% a 7,85 euro), e su Fiat Industrial (-0,36% a 9,81 euro). Non si abbassa la soglia di attenzione sul Lingotto. E’ lo stesso amministratore delegato della casa auto di Torino, Sergio Marchionne, oggi a fare notizia. In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica il manager italo-canadese è tornato a smentire piani di vendita dei veicoli industriali, ma Il Sole 24 Ore disegna uno scenario che vede un’integrazione a tre tra Iveco, Man e Scania con queste ultime nel ruolo di compratrici.


Il quotidiano di Confindustria fa un salto indietro nel tempo, ricordando che la scorsa estate ci sono stati diversi ammiccamenti sull’asso Torino-Wolfsburg. E da quel momento le voci di sull’auto e poi anche sui camion non si sono più fermate. “Riteniamo che Iveco possa rientrare in una logica di cessione/partnership con altri players europei, mentre giudichiamo improbabile ipotesi di acquisizioni da parte di Iveco nel settore”, azzardano gli analisti di Intermonte nel report uscito questa mattina. C’è da dire che nessuna conferma è mai arrivata in merito da Torino, ma è quanto basta per dare un tocco di colore in più in questi giorni grigi sotto la Mole, dove per Marchionne la sfida per la nuova Fiat è salari tedeschi e azioni agli operai. Nel nuovo corso della Fiat Marchionne, sempre nell’intervista a La Repubblica ha sottolineato che l’intesa di Mirafiori verrà estesa.


Per l’ad del Lingotto, la tesi di fondo è resta quella impegnarsi di più per avere di più. La prossima sfida di Mister Marchionne è quella di portare i salari al livello della Germania e della Francia e di puntare alla partecipazione degli utili ai dividendi. “Ma – ha specificato – prima di parteciparli gli utili dobbiamo farli”. Di certo il sì al referendum secondo gli analisti di Unicredit è un fattore positivo. Il motivo? “Fiat andrà avanti con il suo piano di investimento da un miliardo di euro a Mirafiori, dove verranno realizzati nuovi modelli; otterrà una flessibilità maggiore nelle condizioni del lavoro, specialmente nel caso di picchi della produzione, con una maggiore apertura sui turni, con l’obiettivo di ridurre la media del livello di assenteismo”.


Anche un altro esperto ritiene che la realizzazione del piano Fabbrica Italia sia un prerequisito per un recupero della redditività di Fiat in Europa nonché che potrebbe aprire la strada ad accordi di partnership. “Anche se attesa, questa mossa è chiaramente positiva, per la produttività di Fiat in Italia, che è a minimi record, anche rispetto ad altri mercati di massa, che devono affrontare un eccesso di capacità produttiva”, si legge in una altra nota, dove viene confermato il giudizio positivo sul titolo. “Le possibilità che la produttività in Italia raggiunga il break-even è aumentata in modo significativo e potrebbe aggiungere 1 euro per azione alla nostra valutazione base, non 2 euro previsti nel caso in cui Fiat avesse spostato la produzione in Europa dell’Est”.