Fiat: domani tavolo a Torino per il nodo Mirafiori, verso un’uscita da Federmeccanica?
C’è sempre Fiat sotto i riflettori del mercato. Prima la questione Pomigliano, dopo i conti positivi del secondo trimestre e la conferma della tempistica per lo spin-off, domani un importante incontro a Torino con i sindacati convocato dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Al centro il nodo Mirafiori, divenuto fondamentale dopo la decisione di Marchionne di dirottare la produzione della nuova monovolume, la Lo, in Serbia. Un modello che inizialmente si pensava venisse prodotto nello stabilimento torinese.
Come mai questo cambio di rotta? “Se non ci fosse stato il problema Pomigliano, la Lo l’avremmo prodotta in Italia”, ha dichiarato l’Ad del Lingotto, Sergio Marchionne. Pomigliano vuol dire l’accordo separato siglato dall’azienda con tutte le sigle sindacali, eccetto la Fiom, l’organizzazione dei metalmeccanici della Cgil. Un accordo accettato anche dai lavoratori dello stabilimento campano, in un referendum che però ha visto il fronte del “no” raggiungere livelli troppo alti per le previsioni della Fiat. L’intesa porterà comunque 700 milioni di investimenti e la produzione della Nuova Panda.
Da Pomigliano a Mirafiori. Il ministro Sacconi auspica che la casa automobilistica non voglia abbandonare il centro nevralgico dell’azienda e che garantirà al sito piemontese elevati livelli produttivi, visto che il futuro della Lo sembra ormai segnato. L’investimento serbo vale 1 miliardo di euro: 400 milioni messi sul piatto dalla Bei, 250 milioni dal governo di Belgrado e il resto dalla Fiat. La nuova monovolume sostituirà la Multipla, la Musa e l’Idea, che attualmente vengono prodotte a Mirafiori.
Ma da Pomigliano potrebbe partire anche una rivoluzione nelle relazioni industriali. Secondo indiscrezioni di stampa, dovrebbe nascere una newco in cui confluirebbero tutti i dipendenti di Pomigliano d’Arco. La newco porterebbe poi ad un passo successivo: l’uscita da Federmeccanica e la separazione dei contratti dello stabilimento campano dal contratto nazionale. Un rebus che, sempre secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe essere risolto nei prossimi giorni: o domani con un annuncio al tavolo torinese, oppure attraverso una lettera ad Alberto Bombassei, presidente di Federmeccanica.