Notizie Notizie Italia Fiat Chrysler con PSA troverà anche il clone di Marchionne

Fiat Chrysler con PSA troverà anche il clone di Marchionne

30 Ottobre 2019 16:26

Si chiama Carlos Tavares e il suo curriculum è uno dei punti di forza su cui poggiano le aspettative positive sulle prospettive della nuova entità che uscirebbe da una fusione alla pari tra Fca e Psa. I due gruppi sono usciti allo scoperto confermando i rumor trapelati ieri sera. Le trattative sono in fase avanzata e questa volta Fca aspira a concludere positivamente il deal dopo il mancato matrimonio con Renault.

Carlos Tavares si appresta, stando ai rumor, a prendere il posto l’amministratore delegato di Peugeot, Carlos Tavares, diventerebbe l’amministratore delegato del nuovo gruppo con John Elkann – attuale presidente di Fca – che manterrebbe la stessa carica nel nuovo gruppo.

L’ascesa di Tavares, dall’ideazione di PSA all’operazione Opel

Tavares è il deus ex machina del gruppo PSA, la cui nascita nel 2016 rappresenta il suo marchio di fabbrica nel percorso di risanamento iniziato nel 2013 quando arrivò al timone di Peugeot. Un percorso molto simile a quello di Sergio Marchionne quando fu chiamato dalla famiglia Agnelli a rimettere in sesto il gruppo Fiat. Il piano “Push to Pass” redatto da Tavares prevedeva crescita del fatturato dell’ordine del 10% entro il 2018 e del 15 entro il 2021.

Così come fece Marchionne con l’azzardo dell’acquisto di Chrysler, anche Tavares in questi anni si è mosso sui carboni ardenti azzardando operazioni straordinarie quali l’acquisto nel 2017 di Opel e Vauxhall dalla General Motors. Operazione che ha permesso a PSA di diventare il secondo maggior gruppo auto in Europa e che ha visto emergere ulteriori capacità strategiche e anche di mediazione politica da parte del manager portoghese che ha negoziato con il governo tedesco un futuro a lungo periodo per il marchio Opel con il quartier generale tedesco indicato come hub per lo sviluppo dell’elettrico per tutto il gruppo.

Quest’anno Tavares ha dato pieno respiro proprio alla rivoluzione elettrica con ogni nuovo modello dei marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall che avrà in listino anche una versione elettrica o ibrida; l’obietivo è arrivare al 2021 con ben 15 nuovi veicoli elettrificati (8 ibridi plug-in e 7 a batteria).

Analisti vedono buone sinergie

In attesa dei dettagli sull’operazione che dovrebbero arrivare presto (i rumor del Wall Street Journal parlano di una fusione alla pari), gli analisti promuovono sostanzialmente a pieni voti il possibile deal. Equita vede sinergie di costo che si verrebbero a creare con risparmi lordi stimati tra 3,5-5,5 miliardi, a cui si aggiunge la complementarità geografica che vede Fca forte in Nord America e Psa con una marcia in più in Asia/resto del mondo, ma anche il track record positivo di Carlos Tavares nell’integrare Opel. Per Equita l’operazione sarebbe tuttavia “sub-ottimale rispetto a quelle con Renault” per dimensioni (i volumi 2018 combinati di 8,7 milioni, lontani dai 15 milioni raggiungibili con Renault-Nissan-Mitsubishi), concentrazione in Emea (post fusione con Psa 43% rispetto a Renault 35%) e esposizione all’elettrico: Psa è più avanti di Fca, ma Renault-Nissan è leader.

Tra le incognite c’è quella della governance. Il gruppo PSA vede la famiglia Peugeot al 14% che condivide il controllo con la cinese Dongfeng (12%) e lo stato francese (azionista di Psa col 12,2%). In più potrebbero emergere tensioni oltreoceano visto il precedente di due anni fa quando Trump si era opposto all’ipotesi che un cinese potesse rilevare il marchio Jeep. Un problema che potrebbe passare in secondo piano considerato che ad agosto circolavano rumor di uscita dal capitale di PSA da parte dei cinesi.

“La combinazione tra Fca e Psa avrebbe senso”, indica Banca Akros che ha alzato la valutazione su FCA da accumulate a buy, con un target price che sale a 17,5 euro dal precedente 14,7 euro. Anche Akros si sofferma sulla valutazione delle potenziali sinergie e scrive che una fusione dei due gruppi può “garantire notevoli sinergie” da circa 5 miliardi di euro (in linea con quelle stimate se fosse andata avanti l’operazione Fca-Renault).