Fiat Chrysler pensa già al piano B: tornano caldi i nomi di Hyundai e GM, meno Psa
Renault è già il passato per Fiat Chrysler Automobiles (Fca) che guarda alle possibili alternative in uno scenario di M&A che appare vitale per il gruppo che fa capo alla famiglia Agnelli. Il gap tecnologico sul fronte auto elettriche va colmato in tempi brevi e la soluzione Renault era efficace proprio in tal senso. I freni alle nozze Fca-Renault, arrivati dal governo francese (lo Stato è il primo azionista di Renault con il 15%), aprono nuovi scenari sul fronte M&A del settore auto rimettendo in gioco Peugeot che nei mesi scorsi era uscita allo scoperto facendo capire che voleva essere protagonista nel consolidamento del settore.
Nodo politico frena anche la pista Peugeot
L’ipotesi Fca-Psa appare però difficile considerando che lo scoglio politico francese si ripresenterebbe. Quali le possibili ‘promesse spose’ ideali per Fca? Equita, che conferma la raccomandazione di acquisto su Fca con target price sceso però del 14% a 14,5 euro, indica i nomi di Hyundai e General Motors, che in passato più volte erano stati accostati a Fca. “Se qualcuno è interessato riteniamo che possa manifestarsi in tempi brevi” rimarca Equita.
Da non sottovalutare, inoltre, la pista che porta in Cina, con i grandi produttori orientali che già in passato si sono mostrati interessati al gruppo italo-americano, in particolare al marchio Jeep.
Idee chiare. Fca sembra comunque avere le idee chiare sulla strada da intraprendere. “I vertici di Fca adesso si apprestano serenamente a esplorare nuove potenziali alleanze per coronare il sogno di Sergio Marchionne, che 14 anni fa dichiarò che nel mercato dei produttori automobilistici ci sarebbe stato spazio solo per pochi giganti in grado di sfruttare le economie di scala per effettuare grossi investimenti nella ricerca e nelle nuove tecnologie”, rimarca Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca SIM, che aggiunge: ” Non è quindi un caso che in Borsa, contrariamente a quanto previsto da molti, sia crollato il titolo Renault e non il titolo FCA nel primo giorno post ritiro della proposta di fusione”. La fusione con Renault rappresentava un catalyst rilevante per Fca, sia per accelerare il processo di elettrificazione che per aumentare la penetrazione nei mercati APAC, presumendo che anche Nissan partecipasse al deal. “Ad oggi, non vediamo alcun catalyst materiale per giustificare un re-rating dell’azione”, afferma oggi Mediobanca che ha tagliato la raccomandazione su Fca a neutral da outperform, con target a 13,7 euro.