Notizie Notizie Mondo Fed rimane cauta: rialzo tassi avverrà in maniera graduale

Fed rimane cauta: rialzo tassi avverrà in maniera graduale

18 Giugno 2015 07:46
La Federal Reserve (Fed) conferma di volere incrementare i tassi una volta (forse anche due) nel corso del 2015, ma si procederà in maniera graduale verso una stretta monetaria. E’ questa l’indicazione principale che emerge dalla due giorni di lavori del Fomc, il braccio operativo della Banca centrale statunitense.
 
Per supportare la crescita del mercato del lavoro e la stabilità dei prezzi, l’istituto guidato da Janet Yellen ha deciso di confermare il costo del denaro nel range compreso tra zero e 0,25%, rimarcando che questa politica rimane ancora “appropriata”. Così facendo la Fed non ha colto di sorpresa i mercati che si attendevano un “non rialzo” in questa riunione.
Nel comunicato diffuso ieri sera al termine della due giorni di riunioni della Fed si legge che “il Comitato prevede che sarà opportuno procedere all’aumento dei Fed funds, quando si vedrà a un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro e si sarà ragionevolmente sicuri che l’inflazione si sposterà nuovamente verso il target del 2% nel medio periodo”. Oltre a questo la Fed vorrà certamente aspettare l’evoluzione della crisi greca e in particolare dei negoziati tra Atene e i creditori internazionali.
 
Nel corso della conferenza stampa, la governatrice Yellen ha, tuttavia, precisato che “nessuna decisione è stata presa su quando verranno alzati i tassi. Tutto dipenderà dall’evoluzione dei dati. Un aumento quest’anno è possibile, potremmo vedere indicazioni che lo giustificano”. 
“Non c’è nulla nel comunicato che suggerisce un rialzo a luglio – spiega Rob Carnell, economista di Ing, ma d’altronde non ci attendavano una indicazione di questo tipo. Adesso la Fed dipende dai dati (macro oriented), questo significa che dovremo spendere più tempo ad osservare i comunicati e meno tempo ad ascoltare le dichiarazioni. Probabilmente, questo è quello che dovrebbe sempre accadere”. 
 
L’istituto con sede a Washington ha rimesso mano alle previsioni di crescita, abbassando le stime sulla crescita del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2015 visto ora all’1,8-2%, contro il 2,3-2,7% precedente. Una revisione da imputare alle deboli indicazioni sull’andamento del Pil nei primi tre mesi dell’anno.
A livello di disoccupazione, il tasso dovrebbe attestarsi tra il 5,2% e il 5,3% nel 2015 (5%-5,2% indicato a marzo), mentre per il 2016 si dovrebbe attestare tra il 4,9% e il 5,1% (stima confermata). Quanto all’inflazione, il dato è atteso tra lo 0,6% e lo 0,8% per il 2015, stessa previsione rispetto all’intervallo suggerito nella riunione di marzo, mentre l’inflazione “core” è vista nel range nella forchetta 1,3 e 1,4%, stima invariata rispetto a marzo. 
 
Dopo la contrazione registrata nei mesi invernali, rileva l’istituto, la prima economia “è cresciuta moderatamente”. Nel lungo periodo il costo del denaro statunitense salirà in quota 3,75%, ma il processo di normalizzazione sarà più lento del previsto. Entro fine 2016 il tasso sui Fed Funds sarà portato all’1,625% (1,875% stimato a marzo) e verso la fine del 2017 si attesterà al 2,875% (dal 3,125%).