Fed, La probabilità di un rialzo dei tassi a dicembre scende al 50%. Il futuro della Yellen ora è incerto
Mentre i mercati obbligazionari, dopo la vittoria di Donald Trump, si muovono in linea con l’atteggiamento di risk-off dei mercati globali, la direzione futura della politica sui tassi di interesse è molto più incerta, e potrebbe andare proprio nella direzione opposta. Il risultato elettorale solleva infatti numerosi interrogativi circa le prossime scelte della Federal Reserve – sia nel breve che nel lungo periodo – soprattutto in relazione alla stessa Janet Yellen, che non è supportata da Trump. Intanto, la probabilità di un eventuale rialzo dei tassi, ipotizzato per dicembre, è così scesa dall’86% a meno del 50% in poche ore.Una reazione giusta – è il commento di di Michael Boye, Fixed Income Trader di Saxo Bank – poiché è difficile pensare a un rialzo in queste condizioni di incertezza e turbolenza dei mercati, che ci potrebbero accompagnare per diverso tempo”.
La bolla economica
Se questa è la reazione a caldo, nel lungo termine potremmo al contrario assistere a un rialzo dei tassi anche superiore a quello ipotizzato nel mondo che ci siamo appena lasciati alle spalle. Trump, infatti, non ha mai lesinato critiche alle politiche della Yellen, accusandola di tenere i tassi di interesse a un livello troppo basso e per un periodo di tempo troppo prolungato, ingigantendo così la cosiddetta “bolla economica”. Ma attenzione: “Se è vero – spiega Boye – che c’è la reale possibilità che Janet Yellen venga sostituita da un successore ancora più aggressivo di lei, sappiamo anche che Donald Trump è una persona molto pragmatica e che quindi potrebbe non essere incline ad assumersi la responsabilità di un eventuale stress dell’economia legato a una politica di tassi troppo aggressiva”. Secondo l’analista, infatti, resta soprattutto da capire con quale aggressività il nuovo presidente porterà avanti le politiche presentate nel corso della campagna elettorale, ora che ha effettivamente in mano le chiavi dello Studio Ovale.
Asset sicuri
Quanto al breve termine, secondo Boye, inizialmente si assisterà a una corsa verso gli asset considerati più sicuri, in particolare i titoli di Stato. Il future sul Bund, per esempio, questa mattina ha aperto a quota 162,80, in rialzo di un punto percentuale, riportando il rendimento del Bund decennale al 0,15 per cento. Sebbene non si tratti di un segnale significativo come altri del passato, una mossa simile ha portato il rendimento dei Titoli di Stato USA a due anni allo 0,75%, in perdita di 10 punti base.