Fed: possibile un rallentamento del QE, S&P500 alla peggior seduta da novembre
Le minute Fed mandano la Borsa di Wall Street sui minimi di giornata. La piazza statunitense ha chiuso infatti con l’indice S&P 500 in calo dell’1,04% a 1515,08 punti. -1,02% per il Nasdaq a 3180,89 punti e anche il Dow Jones ha segnato un calo dello 0,68% a 13940,52 punti. In particolare è stata la peggior seduta da novembre per lo S&P500, arrivato a perdere l’1,2% a 1511,95 punti.
A deprimere Wall Street la pubblicazione dei verbali della riunione della Federal Reserve del 29-30 gennaio. Se non sono state comunicate variazioni nel tasso d’interesse – da mantenere vicino allo zero almeno fino a che la disoccupazione non raggiungerà il 6,5% – e nell’acquisto asset da 45 miliardi di dollari mensili in Treasuries e 40 miliardi in mutui, l’istituto guidato da Ben Bernanke ha però evidenziato l’ipotesi di un arresto dell’acquisto di asset anche prima di un miglioramento sostanziale del mercato del lavoro.
Secondo le minute, “il Comitato dev’essere pronto a variare il passo dell’acquisto asset al variare dell’outlook economico o della valutazione del costo-opportunità di questo tipo di misura”. In particolare, la Fed potrebbe interrompere l’acquisto asset per tenere sotto controllo l’inflazione ed evitare il rischio di “bolle” nei prezzi degli asset. Non ultima in questa discussione, la preoccupazione legata ai rischi di ampliare il bilancio della Fed in modo che, alla lunga, potrebbe diventare ingestibile.
Le minute riportano che, in dicembre, i membri della Fed erano pressappoco divisi a metà rispetto alla decisione di terminare il QE a metà 2013; in particolare il presidente Ben Bernanke ha sostenuto la necessità di attendere un target di disoccupazione al 7,9%. Le minute diffuse ieri non indicano però un termine preciso entro cui il piano potrebbe avere fine.
Novità, infine, potrebbero giungere già nel meeting del 19-20 marzo. In questa occasione la Fed potrebbe adottare una “nuova via” nel presentare le prospettive economiche degli Stati Uniti, comunicando in modo più trasparente, insieme alle proiezioni trimestrali, anche informazioni circa il proprio bilancio che chiariscano le politiche monetarie adottate.