Crédit Agricole chiude il 2012 con perdita record. Azzerata quota in Intesa Sanpaolo
Perdita record per Crédit Agricole. La banca francese, tra le maggiori del Paese, ha chiuso il bilancio 2012 con un rosso storico da 6,47 miliardi di euro. E’ il secondo esercizio in negativo nella storia della banca. La prima perdita, pari a 1,47 miliardi di euro, era stata accusata nel 2011. Senza troppa sorpresa, il consiglio di amministrazione ha proposto di non distribuire alcun dividendo, per il secondo anno consecutivo.
Sul risultato hanno pesato poste straordinarie negative per complessivi 4,5 miliardi di euro e in particolare una maxi svalutazione, annunciata a inizio febbraio. Sui conti del quarto trimestre l’istituto ha infatti registrato una svalutazione di avviamenti da 2,7 miliardi di euro. Ma non solo. A questo si è aggiunto l’impatto delle condizioni definitive relative alla vendita della filiale greca Emporiki, per oltre 700 milioni di euro.
Il quarto trimestre si è così chiuso con una perdita netta di 3,98 miliardi di euro, in aumento del 30% rispetto all’anno prima e peggio delle attese degli analisti che avevano pronosticato un rosso di 3,69 miliardi. L’istituto transalpino ha però precisato che il suo utile “normalizzato”, escluse le poste straordinarie, è cresciuto del 10% a 548 milioni.
Una performance che subisce le conseguenze della sua espansione in Italia, Spagna e Grecia. Crédit Agricole ha infatti messo in atto un piano di medio termine di riduzione dei rischi con l’uscita dal Paese ellenico. Per quanto riguarda l’Italia, dalla relazione sui conti emerge che la banca ha azzerato la quota che deteneva in Intesa Sanpaolo. La dismissione dell’intera partecipazione in Ca’ de Sass è avvenuta durante il secondo trimestre del 2012 e ha portato a una minusvalenza pari a 445 milioni di euro.
Ma le attività italiane continuano a preoccupare con la divisione Cariparma che ha fatto registrare una perdita di 10 milioni nel quarto trimestre. L’unità italiana ha inoltre l’estensione del piano di uscita volontaria, avviato nel secondo semestre del 2012. Il piano prevede ora uscite di 720 dipendenti fino al 2015.