Fed meno ottimista sulla crescita, tassi vicini allo zero ancora molto a lungo
La Federal Reserve ha confermato ieri sera che il tasso sui fed funds resterà a livelli vicini allo zero per un periodo di tempo prolungato con l’outlook economico visto ultimamente in lieve deterioramento a causa delle peggiori condizioni finanziarie, complice soprattutto la crisi del debito europea. Parole della Fed lette dagli economisti come un segnale che i tassi rimarranno a livelli molto bassi nel corso del 2011 e forse anche nel 2012. Il comunicato a margine della riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed, sottolinea come la ripresa negli States stia continuando, linguaggio comunque lievemente meno ottimista rispetto al “rafforzamento” della fase di ripresa presente nel comunicato di aprile. In generale le spese per consumi stanno aumentando anche se a ritmo ridotto, mentre l’inflazione, già bassa, dovrebbe scendere ulteriormente.
Il livello dei fed funds è fermo nel range 0-0,25% da 18 mesi. Negli ultimi 2 mesi, con l’aggravarsi della crisi del debito nell’eurozona, le aspettative del mercato sui futuri rialzi si sono progressivamente spostate in avanti. I tassi sono attesi a questi livelli almeno fino al marzo 2011 secondo un sondaggio condotto settimana scorsa dal Wall Street Journal, mentre fino a 2 mesi fa si prevedeva una prima mossa restrittiva entro fine 2010.
Il livello dei fed funds è fermo nel range 0-0,25% da 18 mesi. Negli ultimi 2 mesi, con l’aggravarsi della crisi del debito nell’eurozona, le aspettative del mercato sui futuri rialzi si sono progressivamente spostate in avanti. I tassi sono attesi a questi livelli almeno fino al marzo 2011 secondo un sondaggio condotto settimana scorsa dal Wall Street Journal, mentre fino a 2 mesi fa si prevedeva una prima mossa restrittiva entro fine 2010.
Indicazioni dalla banca centrale statunitense che hanno indebolito il dollaro sceso ieri sotto quota 90 yen rispetto alla valuta nipponica. Oggi il cross dollaro/yen viaggia a 89,78 yen. Biglietto verde che perde terreno anche verso l’euro con cross euro/dollaro risalito sopra quota 1,23 dollari.
Intanto ieri sono arrivate nuove deludenti indicazioni dal mercato immobiliare. A maggio le vendite di nuove case sono scese del 32,7% su base mensile (il consensus era -18,7%). Sono stati inoltre rivisti al ribasso i dati di marzo e aprile. Le compravendite di nuovi immobili sono scese a 300 mila unità, sui nuovi minimi storici e il 78% sotto i massimi toccati nel 2005. Il 30 aprile sono terminati gli incentivi governativi all’acquisto di case, anche se è prevista una proroga di 2 mesi per chi ha già sottoscritto un contratto preliminare entro il 30 aprile.
Oggi l’agenda macro propone il consueto dato sulle richieste settimanali di sussidi (consensus 460 mila dalle 472 mila nella settimana precedente). Gli ordini di beni durevoli relativi al mese di maggio sono invece attesi in calo dell’1,4 per cento mensile dopo il +2,8% del mese precedente.
Oggi l’agenda macro propone il consueto dato sulle richieste settimanali di sussidi (consensus 460 mila dalle 472 mila nella settimana precedente). Gli ordini di beni durevoli relativi al mese di maggio sono invece attesi in calo dell’1,4 per cento mensile dopo il +2,8% del mese precedente.