Fardello dazi per Fca, rischio crollo dell’utile di oltre 500 milioni. Titolo deraglia
La tranquillità palesata da Marchionne non dissipa i dubbi circa i rischi per FCA legati alla guerra commerciale. A Piazza Affari il titolo del colosso automobilistico oggi segna un tonfo di quasi il 5% a quota 15,82 euro. Toccato un minimo intraday a 15,61 euro, a un soffio dai minimi del 5 marzo (15,58) e quasi azzerando i guadagni da inizio anno. Si muove al ribasso l’intera galassia Agnelli con -3,5% per Ferrari, -3% CNH Industrial e -2,7% Exor.
Settimana scorsa Donald Trump ha minacciato dazi al 20% su tutte le auto UE importate negli Stati Uniti. Una mossa che andrebbe a pesare sul comparto auto europeo, compresa quindi Fiat Chrysler (Fca).
Ma quanto sarebbe l’impatto effettivo su Fca dell’introduzione di dazi? A fare i conti ci hanno pensato gli analisti di Evercore ISI. Secondo quanto riporta un articolo pubblicato oggi da Automotive News, l’impatto sarebbe considerevole con un calo dei profitti di FCA fino a 526 milioni di euro l’anno in caso di dazi al 20%. Il “worst case scenario”, con dazi al 25%, vedrebbe un impatto sugli utili di Fiat Chrysler fino a 743 milioni di euro all’anno.
Il problema maggiore è la Renegade prodotta a Melfi
Lo scorso anno, FCA ha esportato negli Stati Uniti 158.553 auto e camion prodotti fuori dall’area Nafta, in aumento del 3,7% rispetto al 2016, secondo il database delle vendite di Automotive News. Nel dettaglio le consegne di Jeep Renegade, costruite a Melfi, rappresentano quasi i due terzi del totale (103.434 nel 2017).
La risposta di Fca all’imposizione di dazi potrebbe essere di vari tipo. “Potrebbe spingere i consumatori di area NAFTA verso modelli quali Compass e Cherokee, mantenere il Renegade sul mercato, ma concentrandosi su versioni con specifiche più elevate e cercando di procurarsi i Renegade per il mercato statunitense dal Brasile (dove viene già prodotta) oppure localizzando la produzione negli Stati Uniti“, afferma George Galliers, analista di Evercore.
Rischi anche per Maserati e Alfa Romeo
Nei giorni scorsi gli analisti di Equita Sim hanno rimarcato come i dazi Usa impatterebbero con forza soprattutto sulle case produttrici tedesche mentre per Fca l’impatto principale “riguarda i brand che vengono prodotti esclusivamente in Italia. In particolare Maserati che genera circa il 30% dei volumi nell’area Nafta su un totale di 50mila auto a livello globale e nel 2017 ha realizzato un Ros (ritorno sulle vendite) del 13,8% con l’obiettivo, previsto nel piano industriale, di arrivare a 100mila unità con un Ros del 15% entro il 2022. Alfa Romeo invece genera negli Usa circa il 16% dei volumi (obiettivo 2018) con l’intento di crescere ulteriormente fuori dall’Europa per avvicinare gli ambiziosi obiettivi (400mila unità nel 2022 con un Ros al 10%, partendo dalle 109mila unità del 2017).