Fanton: focalizzarsi sulla gestione del trade è il primo passo
Partire dal presupposto che nessuno è in grado di prevedere, e focalizzarsi sulla gestione del trade è il primo passo importante…
Stefano Fanton è socio e Responsabile della Formazione Traders di Scalping School, docente in corsi di formazione presso istituzioni finanziarie, relatore in università e in importanti eventi nazionali di settore. E’ un trader sistematico intraday, ma la sua riflessione sulla finanza è ampia ed eclettica. Per questo discutere con lui anche di problematiche non tecniche è stimolante ed interessante, e oggi ne abbiamo l’occasione.
Domanda: Stefano, tu sarai ospite di ITForum’08-Rimini che, per rendere più chiaro il suo posizionamento quest’anno significa “Investment e Trading Forum”. Come dire che ci si rivolge a un pubblico e problematiche più vaste.
Al di là della tua attività di trader, guardando i movimenti dei mercati degli ultimi tre mesi, cosa ti senti di dire a chi decidesse di iniziare adesso a fare trading in proprio?…
Fare i soldi quando i mercati salgono e basta è semplice, ma la volatilità e i ribassi?… Credo che per un principiante sia importante sapere il punto di vista dei “veterani”…
R.: Credo che ci sia un problema di fondo che complica la questione. In moltissime professioni è necessario sviluppare la propria formazione in anni di sacrificio e di studio, fare trading è invece un’attività a “formazione zero” poiché chiunque può iniziare un’attività di trading senza studiare nulla. Il rischio non è percepito e, al primo ribasso, il trader ingenuo restituisce tutto con gli interessi. Il mio consiglio è di non saltare la fase di autoapprendimento imparando ad osservare i movimenti senza giudicarli, in forma neutra. Partire dal presupposto che nessuno è in grado di prevedere e focalizzarsi sulla gestione del trade è il primo passo importante.
D.: un trader cavalca il mercato e ne è attore in prima persona, se è bravo… possiede strumenti per andare short quando serve e quindi è meno esposto… Ma per il risparmiatore che per definizione è “lungo” le cose vanno diversamente…
Cosa consiglieresti a chi normalmente il mercato “lo subisce”, quali sono i rimedi e i correttivi pratici e psicologici per momenti di mercato incerti e volatili
R.: Utilizzare i trascurati ma ottimi grafici settimanali e mensili e imparare ad attendere le occasioni propizie ricordando che esistono molti punti buoni per entrare ma solitamente uno per uscire tecnicamente. I titoli azionari sono soggetti a interesse selettivo, per un periodo tira un settore, poco dopo ne tira un altro. Pensate a Fiat che ha sviluppato un trend rialzista veramente degno di nota per poi attirare tutti gli investitori sprovveduti proprio sopra i 20EUR. Occorre imparare a stare fuori dai mercati anche se si investe di lungo, le fasi più profittevoli si sviluppano dopo forti ribassi.
D.: esistono segnali anticipatori rispetto alle inversioni dei trend, o comunque a situazioni di mercato nelle quali il trend diventa non così facilmente riconoscibile?… Lo so che tu operi intraday, ma mi interessa una tua riflessione più ampia…
R.: Non si possono anticipare o prevedere i mercati. Questo è un errore che il trader neofita paga a caro prezzo. Comunque trovo insuperabile l’analisi della volatilità associata alla direzionalità, il grafico candlestick permette una resa ben leggibile dei cambiamenti del sentiment di mercato.
D.: se Fanton trader guadagna molto perché è bravo, poi c’è un Fanton che deve decidere come investire quei guadagni. Ci dici in cosa investi, con quali logiche, cautele, obiettivi e atteggiamento?
R.: Nel mercato ci sono tantissimi strumenti finanziari che spuntano come i funghi, oramai si può investire in ogni area del pianeta e acquistare qualsiasi cosa. Sinceramente preferisco un profilo di rischio bassissimo per gli investimenti del denaro ricavato dal trading, gestire i profitti ad alto rischio sarebbe come invitarmi al casinò: gestendo il rischio professionalmente, è un ambiente che preferisco evitare.
Lavorando con i futures la liquidità richiesta è bassa, operando in intraday è anche controllata e quindi investo in obbligazioni. L’obiettivo è quello di creare una buona rendita.
D.: il trader intraday per la sua attività ha la fortuna di usare dei numeri come fonti informative. Anche i numeri sono interpretabili, ma entro certi limiti…
Il risparmiatore, l’investitore non professionale, invece si trova bombardato da centinaia di notizie difficilmente interpretabili.
Dimenticando di essere un trader, ci dici cosa pensi dell’informazione finanziaria e soprattutto di come un risparmiatore dorebbe utilizzarla?
R.: I mercato sono mossi dagli investitori, gli investitori sono mossi dalle aspettative e le aspettative sono generate dalle notizie. Il trader professionista ne è consapevole e cerca i cambi di volatilità che spesso sono generati dalle notizie, in altre parole l’informazione serve a illuminare opportunità che vanno però gestite tecnicamente.
D.: recentemente ci hanno raccontato che in una grande banca francese un operatore è riuscito a perdere 5 miliardi di euro senza che nessuno se ne accorgesse… tu che stai sul mercato tutto il giorno, come hai vissuto questa notizia? Come la commenteresti per i nostri lettori?
R.: A maggio uscirà il mio nuovo libro che, tra le altre cose, affronta le euforie finanziarie, i crolli e le truffe in oltre 400 anni di mercati finanziari, ho quindi affrontato la bricconata SG e devo dirvi che non mi ha sorpreso per nulla, la storia è piena di casi simili, Barings Bank, Sumitomo Corporation e tanti altri. Il grosso problema è che manca cultura finanziaria, ogni 10 anni la memoria si azzera e molti traders presenti oggi non hanno vissuto l’euforia delle Dot Com, il boom dei corsi e il relativo crollo. Leggetevi i giornali di febbraio 2000 e valutate da soli l’utilità tecnica dell’informazione finanziaria…
Nel corso degli anni si sono succedute diverse crisi finanziarie dovute al trading non autorizzato da parte dei traders, questo avviene perché controllore e controllato sono la stessa persona o per falle nei sistemi di sicurezza. Le bricconate e le distruzioni di valore più ingenti dei traders sono state:
o Nicholas Leeson, Barings Bank 1,4 miliardi di dollari nel 1995
o “Mr Copper”, Sumitomo Corporation 2,6 miliardi di dollari nel 1996
o Premi Nobel Economia, Fondo L.T.C.M. 4,6 miliardi di dollari nel 1998
Queste sono stati i falò finanziari più alti, Enron, Parmalat e altri crac non possono rientrare nella classifica poiché si tratta di fallimenti derivati da “gestioni creative” più che da azzardate speculazioni finanziarie.
Qualche domanda sorge spontanea a ogni investitore:
o Chi e quando è stato informato di quanto stava per succedere?
o Perché chi sapeva ha taciuto sino a giovedì 24 gennaio?
o Chi ha approfittato del più grande “insider trading” della storia delle borse mondiali?
o Bernanke ha tagliato i tassi dello 0.75% martedì alle ore 14.22, gli eventi della Société Générale hanno condizionato la decisione?
Tecnicamente Société Générale era già impostata al ribasso da parecchi mesi e, dal massimo di circa 160EUR stava testando, senza troppa convinzione, la tenuta di quota 100EUR.
Oggi quota meno di 70EUR, ai lettori consiglierei di concentrarsi sugli effetti e non sulle caus