Le Borse limano le perdite ma il passivo rimane pesante
Rimane il segno rosso sugli indici delle borse europee, ma si riduce il passivo dopo l’apertura di Wall Street che da un iniziale segno meno si è prima riportata sopra la parità per poi cedere di nuovo alle vendite. Il clima rimane teso soprattutto sul comparto finanziario, dopo che Bear Stearns ha alzato bandiera bianca ed è stata “salvata” da Jp Morgan Chase. Gli interventi delle banche centrali, con la Federal Reserve che ha tagliato nella notte il tasso di sconto e la Banca centrale europea che ha lanciato un’asta straordinaria pronti contro termine a 7 giorni a tasso variabile (minimo 4%) per 178,5 miliardi di euro di importo, testimoniano del rapido deterioramento della situazione nel comparto del credito e dell’allarme elevato presente a livello istituzionale.
A metà pomeriggio l’S&P/Mib arretra del 2% circa in compagnia dei “colleghi” europei. Londra perde il 2%, Parigi il 2,3%, Madrid l’1,5% circa, Amsterdam quasi il 3% e Francoforte il 3,5% circa. Il comparto bancario è il più colpito con un calo, per lo Stoxx di settore, di oltre il 4%. Le peggiori sono Barclays, con un passivo di oltre 7 punti percentuali, Société Générale e Ubs con cali intorno ai 9 punti percentuali, Deutsche Bank che arretra del 5%. In Italia Mediobanca perde oltre il 4% mentre sono più contenute le discese di Montepaschi, Intesa SanPaolo e Unicredit, tra i 2,5 e i 3 punti percentuali.
Negli Usa il titolo di Bear Stearns ha perso l’80% del suo valore dopo l’intervento in extremis di Jp Morgan che, al contrario, viene premiata dal mercato con un balzo di oltre l’11%. Fortemente penalizzate anche Citigroup, che arretra del 5%, e Goldman Sachs che perde quasi 6 punti percentuali.
Non tranquillizzano le parole del direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strass-Kahn, che ha paventato come molto elevati i rischi di contagio della crisi che ha travolto Bear Stearns e ha parlato di una situazione che si sta ancora deteriorando mentre sembrano inutili gli interventi di Bush in appoggio alle decisioni della Federal Reserve di Ben Bernanke che si riunirà, domani, per decidere una nuova sostanziosa sforbiciata dei tassi di interesse (con ipotesi che vanno dallo 0,75% all’1% di riduzione).