Facebook non passa la prova del mercato: il fiasco dopo l’euforia
Dalle stelle all’abisso. Si può dire così per le azioni di Facebook, che, dopo la grande attesa creata per la più grande quotazione della storia dopo quelle di Visa e General Motors, affronta la prima vera prova del mercato nel secondo giorno di contrattazioni. E fa fiasco. Al momento il titolo del social network di Menlo Park (Ca) cede oltre il 12% a 33,5 dollari per azione, ben al di sotto dei 38 dollari del prezzo della quotazione, trascinando con sé siti come Zynga e Linkedin che perdono tra il 4 e il 7%.
Venerdì l’euforia era alle stelle, ma quei problemi tecnici nella gestione degli ordini che hanno rimandato di mezz’ora l’apertura delle contrattazioni sul Nasdaq sembravano già far presagire qualcosa di storto, tanto che l’organo di sorveglianza dei mercati Usa, la Sec, ha deciso di aprire un’inchiesta per accertare l’accaduto. Quando poi, alle 17.30, il titolo ha cominciato a trattare, l’attesa impennata nel prezzo è stata molto più blanda del previsto: un +13% stabilizzatosi poi, tra alti e bassi a circa il +5%, per poi arrivare poco sopra la parità a fine seduta, a 38,23 dollari. Complice, dicono alcuni osservatori, una class action di utenti di Facebook delusa dalle violazioni della privacy perpetrate dal sito. O forse, dicono altri, le contrattazioni sono state semplicemente danneggiate dall’andamento degli altri indici di Wall Street.
Quel ch’è certo è che nella parte finale della giornata borsistica di venerdì, secondo i più informati, è stato necessario l’intervento delle grandi banche a sostegno degli acquisti, per evitare un imbarazzante tracollo del titolo Facebook proprio il giorno del debutto. A dare man forte sarebbe stata la stessa banca responsabile della quotazione della creatura di Mark Zuckerberg: Morgan Stanley, che era già previsto dovesse ricevere circa il 40% delle azioni sul mercato per distribuirle agli investitori. Anche Jp Morgan ne ha acquistate circa il 20% per conto di investitori, e Goldman Sachs intorno al 15%. Percentuali inferiori sono state allocate presso BofA Merrill Lynch, Barclays, Allen&Company, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank e Wells Fargo.
Oggi però il giovane titolo nuota senza salvagente nel mare tempestoso della finanza e non si può negare che abbia difficoltà a stare a galla.
Oggi però il giovane titolo nuota senza salvagente nel mare tempestoso della finanza e non si può negare che abbia difficoltà a stare a galla.
L’unico a sorridere è Mark Zuckerberg, e ne ha ben donde: Mr Facebook negli scorsi giorni ha condotto all’altare Priscilla Chen, la fidanzata storica neolaureata in medicina, e le ha portato in dote un patrimonio personale di oltre 19 miliardi di dollari più la quota di controllo di un gruppo che egli intende orientare – pare – verso scopi socialmente utili più che verso il profitto, ma che, c’è da scommetterci, non esaurirà tanto presto il suo appeal per gli investitori.