Facebook, il bilancio batte le stime. Per ora scandalo Cambridge Analytica non allontana utenti
A dispetto delle previsioni più pessimistiche, e degli editoriali che già paventavano la sua fine, Facebook conferma il proprio successo e non assiste ad alcuna emorragia degli utenti. E’ quanto si evince dai conti appena diffusi dal colosso di Mark Zuckerberg, relativi al primo trimestre. Lo scandalo che ha visto coinvolta Cambridge Analytica e che ha fatto 87 milioni di vittime di violazione della privacy tra gli utenti del social network, non ha inciso sulla redditività del gruppo che, anzi, è migliorata.
“Nonostante le importanti sfide a cui facciamo fronte, il 2018 è iniziato in modo solido per la nostra comunità e per il nostro business – ha detto Zuckerberg nella conference call di mercoledì pomeriggio, seguita alla diffusione del bilancio – E nei prossimi tre anni continueremo a fare in modo che Facebook sia non solo un servizio che la gente ama utilizzare, ma anche un servizio positivo per le persone e la società”.
Le parole di Zuckerberg hanno dato una spinta al titolo che, già in rialzo di oltre +4% nelle contrattazioni dell’afterhours dopo il bilancio, è salito fino a +7% dopo la conference call.
Nel primo trimestre del 2018, Facebook ha riportato utili netti migliori delle attese, pari a $4,99 miliardi, rispetto ai $4,01 miliardi previsti, in rialzo del 63%.
Bene anche il fatturato, pari a $11,97 miliardi, rispetto agli $11,41 miliardi stimati, in crescita del 49% su base annua.
Facebook ha assistito anche a un incremento nel numero degli utenti di 70 milioni di unità, centrando le aspettative, a dispetto degli appelli lanciati dopo lo scandalo Datagate a cancellarsi dal social network, in particolare con l’hashtag #DeleteFacebook su Twitter.
In particolare, gli utenti attivi di Usa e Canada sono saliti a 241 milioni, dopo il calo -il primo mai sofferto nel quarto trimestre – che aveva colpito il Nord America durante gli ultimi tre mesi del 2017.
La società di Mark Zuckerberg può dire orgogliosamente di contare su un bacino di 1,45 miliardi di utenti attivi giornalieri e 2,2 miliardi di utenti mensili. (entrambi i numeri in crescita del 13% su base annua)
In realtà lo scandalo, che ha visto coinvolta Cambridge Analytica, società di consulenza per la campagna elettorale di Donald Trump, è scoppiato a metà marzo, poco prima della fine del primo trimestre a cui il bilancio si riferisce. Potrebbe essere così prematuro cantare vittoria.
Ma i presupposti sono più che positivi, e per ora gli inserzionisti non hanno voltato le spalle a Zuckerberg, se si considera che il social network ha confermato che il gruppo detiene ancora una posizione dominante nel mobile advertising, insieme a Google di Alphabet, tanto che è stato proprio il mobile a incidere per ben il 91% nelle entrate pubblicitarie, rispetto all’incidenza dell’85% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Per ora neanche le inserzioni pubblicitarie, insomma, soffrono l’impatto Cambridge Analytica: le impressioni pubblicitarie, un dato chiave per calcolare l’interesse degli inserzionisti pubblicitari, sono salite infatti dell’8%, mentre i prezzi delle pubblicità sono balzati del 39%.