Deutsche Bank, tonfo utili -79%. E il colosso decide di sacrificare investment banking

Alla fine ha prevalso la logica meno global per Deutsche Bank. Ciò che sospettavano i mercati – ovvero che con l’arrivo del nuovo ceo Christian Sewing, al posto del precedente AD John Cryan, le cose sarebbero cambiate, e non poco, – si è rivelato vero.
Il colosso bancario tedesco ridurrà le proprie operazioni di investment banking, per risparmiare sui costi e focalizzarsi maggiormente sui suoi clienti europei. In questo modo, si ritirerà dalla corsa che, negli ultimi decenni, l’aveva vista tesa a competere con i giganti di Wall Street.
Un percorso, quello presentato oggi, che viene considerato obbligatorio, alla luce dei risultati di bilancio deludenti che sono stati contestualmente comunicati.
Nel primo trimestre, gli utili netti hanno sofferto un tonfo del 79% su base annua, a 120 milioni di euro, molto al di sotto dei 376 milioni di euro previsti dal consensus. Male anche il fatturato, sceso del 5% a 7 miliardi di euro.
In particolare, il fatturato delle attività corporate e di investment banking è sceso del 13% su base annua, a 3,8 miliardi di euro. Quello della divisione di asset management è calato del 10%, e quell’unità Private & Commercial Bank ha fatto -2%.
Peggioramento anche per il Common Equity Tier 1 (CET1) ratio, diminuito alla fine del primo trimestre al 13,4%, rispetto al 14% della fine del 2017.
Deutsche Bank inaugura una nuova era
La nuova Deutsche Bank di Christian Sewing ha deciso: ridurrà in particolare la propria divisione di trading, vendita e tassi in Usa; taglierà le attività di corporate finance sia negli Stati Uniti che in Asia, e sottoporrà ad attenta revisione la divisione dell’azionario globale, andando anche in questo caso nella direzione di ridurne le dimensioni. Lo ha reso noto la stessa Deutsche Bank in un comunicato diramato stamattina.
Tali manovre, ha aggiunto l’istituto, si tradurranno in “una riduzione significativa” della forza lavoro, nel corso di quest’anno.
Per il business del consumer banking, ovvero per le operazioni note anche come retail banking – che si rivolgono per appunto a un pubblico retail, piuttosto che alle aziende o alle altre banche -, il piano comporterà una maggiore attenzione a mercati in crescita come Italia e Spagna, mentre nel wealth management, gestione dei patrimoni di risparmiatori di standing elevato, il focus sarà sulla Germania e sui mercati internazionali.
Sewing è deciso a ritirare la banca da quelle aree in cui l’attività di investment bank “non è redditizia in modo sufficiente”.
A tal proposito, Bloomberg riporta quanto affermato di recente dagli analisti di JP Morgan del team guidato da Kian Abouhossein, ovvero la previsione secondo cui la divisione dell’azionario Usa, lo scorso ann, sarebbe stata caratterizzata da un rapporto cost-income pari al 125%.
Se tale outlook dovesse essere confermato, significherebbe che la divisione di investment banking di Deutsche Bank ha riportato, nel 2017, la performance peggiore nell’area.
Con sede a Francoforte, il colosso è reduce da tre anni consecutivi di perdite, inclusa quella di 497 milioni per il 2017.
Così Sewing: “Non c’è più tempo da perdere, visto che i rendimenti attuali dei nostri azionisti non sono accettabili”.