Notizie Notizie Mondo Titoli FAANG e i tanti rischi non riflessi nei prezzi, solo uno è ‘invincibile’ nel lungo periodo

Titoli FAANG e i tanti rischi non riflessi nei prezzi, solo uno è ‘invincibile’ nel lungo periodo

12 Luglio 2020 12:59

Amazon questa settimana è entrata nel gotha dei titoli da 1,5 trilioni di dollari e non si è fermata con il balzo ieri fino a 1,6 trilioni, tallonando Apple (1,66 trilioni $) e Microsoft (1,62 trilioni) per la palma di numero uno di Wall Street per capitalizzazione. Un club che annovera solo altri due titoli, Microsoft e Apple. Nelle ultime sedute Amazon  ha raggiunto i 3.200 dollari, ovvero esattamente 100 volte il prezzo che aveva nel 2006 (32 dollari) quando la quasi totalità degli analisti snobbava il titolo del futuro colosso globale dell’e-commerce.

In generale continuano i record su record delle big Tech con Apple, Microsoft così come Netflix e le altre in continua ascesa.

I FAANG possono crescere ancora?

La domanda che in queste settimane aleggia sul mercato è se siamo davanti a una nuova bolla tech o giganti quali Amazon e le altre saranno ancora in grado di stupire in Borsa. Una rapida occhiata ai prezzi delle azioni dei cinque FAANG mostra che, esclusa la holding di Google, Alphabet, tutte sono scambiate a livelli record, con rialzi importanti da inizio anno.

Secondo Zehrid Osmani, Head of Global Long-Term Unconstrained di Martin Currie (affiliata Legg Mason), per almeno una di loro, l’orizzonte è davvero roseo e si tratta di Amazon. L’azienda di Bezos continua a garantire grande potenziale di investimento di lungo termine e, soprattutto, un profilo di rischio più rassicurante. Il colosso dello shopping online può sfruttare dei trend di crescita strutturale molto potenti e domina in alcuni settori, mentre il management continua a investire miliardi nel far crescere il business. Crediamo che il pricing di Amazon rimanga attraente, persino a questi livelli.

Le altre quattro, invece, hanno di fronte uno scenario più incerto. Facebook sembra essere in continua espansione, con le acquisizioni di WhatsApp e Instagram e il recente lancio di Facebook Shops. Tuttavia, gli investitori dovrebbero essere prudenti perché è difficile prevedere quanto la piattaforma possa essere colpita da future iniziative di regolamentazione, e se il business model della società permetterà una crescita sostenibile degli utenti.

Google si trova in una situazione simile. L’azienda, infatti, deve affrontare le attenzioni crescenti da parte degli enti regolatori in tema di violazioni sull’uso dei dati, problemi di privacy ed elusione fiscale.

Anche Apple e Netflix presentano diversi rischi che non sono riflessi nei prezzi elevati delle loro azioni. Apple è in genere una presenza gradita in molti portafogli, ma c’è la possibilità che il suo ben noto potere di pricing venga messo in discussione, in particolare per quanto riguarda i telefoni e i tablet, con rivali come Samsung che vanno ad attaccare Apple all’interno del suo mercato. Questi competitor stanno creando prodotti alternativi a costi più bassi, il che comporta che il pricing power dell’azienda è sempre a rischio di erosione.

Per ovvie ragioni, molti investitori hanno guardato Netflix con favore negli ultimi mesi: l’azienda viene percepita come favorita dallo scenario attuale – si pensi all’esortazione a “restare a casa” – ma la pressione competitiva a investire in contenuti sempre nuovi è incessante, e pesa sul potenziale di ricavi futuri. Questa dinamica e la forza dei competitor nel settore – siano questi la Disney o Amazon Prime – potrebbero, nel lungo periodo, ostacolare i ricavi di Netflix. “Insomma, facendo lievitare fino a livelli vertiginosi i prezzi dei titoli di queste aziende, che stanno lottando per rimanere sul loro trono, gli investitori potrebbero essersi esposti – senza rendersene conto – a rischi più alti di quanto pensino” conclude l’esperto.