Notizie Notizie Italia Ex capo economista Bce: uscita dall’euro non deve essere un tabù se si violano le regole

Ex capo economista Bce: uscita dall’euro non deve essere un tabù se si violano le regole

Pubblicato 29 Dicembre 2018 Aggiornato 22 Ottobre 2019 18:17

L’uscita dall’euro non deve essere un tabù. Sono le parole di Otmar Issing, ex economista capo della BCE e membro fondatore del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Parlando al quotidiano tedesco Der Tagesspiegel, in vista del ventesimo anniversario dell’euro, uno dei suoi principali architetti afferma che l’idea di abbandonare la moneta comune non può più essere considerato un argomento tabù qualora un membro violi le regole fiscali. “L’euro può sopravvivere solo se tutti i paesi si conformano ai loro impegni” ha affermato Issing aggiungendo che la principale debolezza dell’euro si riduce nelle differenze nelle regole economiche tra gli ormai 19 stati membri dell’area dell’euro.

Italia nel mirino

“Le politiche economiche in un certo numero di paesi non hanno reso giustizia al loro lavoro. Si sono comportati come hanno fatto in passato, accumulando debiti e aumentando i salari come se potessero ancora correggerli svalutandoli” continua  l’ex economista capo della banca centrale.  Issing ha posto l’accento in particolar modo proprio sull’Italia, per mesi protagonista di un accanito braccio di ferro con Bruxelles sulla manovra di bilancio del governo giallo-verde e lo sforamento del deficit/Pil. Sebbene la Commissione europea abbia deciso di non avviare una procedura disciplinare dopo che il governo del paese si è impegnato a contenere le spese, la situazione appare ancora incerta.

Il problema dell’Italia secondo Issing è che il paese “non solo viola gli impegni che il paese ha fatto con la Commissione europea, ma gongola anche della sua deliberata violazione delle regole“. Da qui Issing apre alla possibilità di una possibile Italexit. “Finora, non è prevista l’uscita di un paese dall’unione monetaria – l’adesione è considerata irreversibile, eterna per così dire” conclude Issing. “Ma se i conflitti diventano estremi a causa della cattiva condotta di un paese o di più paesi, la questione del ritiro non può più essere un tabù”.