Notizie Notizie Mondo Eurozona, l’attività manifatturiera cresce poco. Borse europee deboli

Eurozona, l’attività manifatturiera cresce poco. Borse europee deboli

2 Febbraio 2015 10:54
Le Borse europee e Piazza Affari proseguono la seduta in modo contrastato, ma comunque 
all’insegna della debolezza, dopo l’uscita dei dati sull’andamento dell’attività manifatturiera nell’Eurozona che ha visto a inizio 2015 una modesta accelerazione del tasso di crescita del settore nel Vecchio Continente. A Milano l’indice Ftse Mib segna al momento un ribasso dello 0,84% a 20.328 punti. In rosso anche il parigino Cac40 che cede lo 0,08% a 4.600 punti. Sopra la parità invece il tedesco Dax, in progresso dello 0,19% a 10.714 punti e il londinese Ftse100 che sale dello 0,09% a 6.755 punti. 
 
Nell’Eurozona l’indice Markit pmi manifatturiero finale si è attestato a gennaio a 51 punti, confermando la lettura preliminare e le indicazioni del mercato. Nel primo mese dell’anno miglioramenti si stati osservati in Germania e in Spagna. Nel Paese iberico l’indice Pmi manifatturiero si è attestato a 54,7 punti dai precedenti 53,8 punti e contro un’attesa del mercato a 54,1 punti mentre a Berlino la lettura finale dell’indice manifatturiero è scivolato a gennaio a 50,9 punti contro i 51 punti della passata rilevazione e del consenso Bloomberg ma comunque sopra la soglia dei 50 punti (che indica espansione). Bene anche la lettura in Gran Bretagna, dove l’indice pmi manifatturiero sempre a gennaio è cresciuto a 53 punti dai precedenti 52,7 punti e contro una stima di 52,7 punti.
 
Ad inizio anno continua invece la contrazione manifatturiera in Francia e in Italia. Nel Paese transalpino l’indice manifatturiero finale si è attestato a 49,2 punti a gennaio dai 49,5 punti della passata rilevazione e del consenso Bloomberg. Nel Belpaese l’indice pmi manifatturiero è salito a gennaio a 49,9 punti rispetto ai 48,4 punti della precedente rilevazione. Il dato è però migliore delle previsioni degli analisti, che avevano pronosticato una lettura a 48,8 punti.
 
“Anche se il tasso di espansione è risultato relativamente debole, ad inizio anno ci sono stati segnali di uscita dalla crisi nel settore manifatturiero e ciò giustifica le decisione da parte della Bce nel prendere drastiche misure per ravvivare l’economia”, ha commentato Chris Williamson, chief economist presso Markit. “Il ‘bazooka’ del quantitative easing su larga scala introdotto dalla Bce dovrebbe incoraggiare l’economia della zona euro attraverso un miglioramento della fiducia, sia tra i consumatori che tra le aziende, oltre che un indebolimento dell’euro. L’attuale contrazione della moneta unica dovrebbe favorire le esportazioni manifatturiere, in particolare durante i prossimi mesi. La riduzione del prezzo del petrolio dovrebbe inoltre aiutare a ridurre i costi tra i manifatturieri, oltre che a favorire i consumatori a spendere di più nell’acquisto di beni”.