Notizie Valute e materie prime L’euro ritrova vigore su possibili mosse di Bruxelles a supporto della Grecia

L’euro ritrova vigore su possibili mosse di Bruxelles a supporto della Grecia

9 Febbraio 2010 09:51

La Grecia ancora al centro delle attenzioni in Europa sulle crescenti attese per la  riunione dei leader dell’Eurozona in calendario l’11 febbraio sull’outlook economico. Riunione che sicuramente toccherà il nodo debito e sul mercato si parla di possibili misure di supporto alla Grecia. La speculazione su possibili aiuti allo Stato elvetico, acuitasi dopo la partenza anticipata di Jean Claude Trichet da Sydney, stanno sostenendo l’euro che viaggia in area 1,373 dollari (+0,55%) dopo il rialzo di mezzo punto percentuale della vigilia. Di contro cede terreno lo yen in ritirata dell’1,05% rispetto alla moneta unica europea.


Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha lasciato prima del previsto Sydney, dove avrebbe dovuto partecipare a un seminario congiunto delle banche centralidell’Eurozona  e dell’area del Pacifico. Sul mercato già da ieri sera si iniziato a speculare sulla possibilità che Bruxelles decida di intervenire direttamente sul fronte greco. “A nostro avviso è improbabile che la Bce intervenga in modo esplicito”, rimarcano oggi gli esperti di Barclays Capital che vedono la Bce intenzionata a mantenere la sua reputazione di istituzione che si tiene fuori dal dibattito “politico”. Da non trascurare infatti che per domani è indetto uno sciopero nazionale in Grecia contro le misure di austerity proposte da Atene per ridurre il deficit di bilancio. Intervenuto sull’argomento, il Ministro delle Finanze greco George Papaconstantinou ha rimarcato come un intervento esterno sarebbe controproducente, anzi “sarebbe il peggiore segnale possibile”. Papaconstantinou in un’intervista a Bloomberg News ha poi ribadito che la Grecia sarà in grado di ridurre il deficit.

Sul mercato valutario spicca poi il forte rialzo del dollaro australiano (+1,09% rispetto al dollaro statunitense) che rimbalza dai minimi a 4 mesi. Glenn Stevens, governatore della Banca centrale australiana, ha rimarcato che mantenere il costo del denaro a livelli bassi troppo a lungo potrebbe alimentare una bolla. Dichiarazioni che hanno alimentato le attese di un rialzo dei tassi.