L’euro ai nuovi massimi a 2 mesi. La Bce acquista bond per “solo” 146 mln nell’ultima settimana
Nuova inversione di tendenza dell’euro che nel pomeriggio è tornato a guadagnare terreno rispetto al dollaro. Alle 16.15 il cross viaggia a 1,3645 dollari, in progresso dello 0,46 per cento. Toccato un massimo a 1,3659, livelli che non vedeva dal 22 novembre 2010.
La Banca centrale europea ha reso noto che la scorsa settimana ha acquistato una quantità di titoli di Stato decisamente inferiore rispetto al consueto. L’istituto di Francoforte ha dichiarato di aver completato acquisti per 146 milioni di euro rispetto ai 2,31 miliardi di euro nella settimana precedente. Domani è in agenda la consueta operazione di drenaggio fondi volta a riassorbire liquidità per 76,5 mld di euro generata dal programma di acquisto bond avviato lo scorso 10 maggio.
Il numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, oggi ha nuovamente posto l’accento sul nodo inflazione in vari passaggi di una lunga intervista concessa al Wall Street Journal. E’ stato ribadito il concetto che le aspettative di medio periodo vedono un’inflazione sotto controllo, con l’attuale scenario condizionato dal lievitare delle quotazioni energetiche. “Le pressioni inflattive vanno guardate con attenzione – ha rimarcato Trichet – e tutti i banchieri centrali devono fare attenzione in modo che il caro dei prezzi energetici non provochi effetti secondari. Ed è quello che noi stiamo facendo al fine di perseguire al meglio la stabilità dei prezzi”. Da un lato Trichet ribadisce che l’attuale livello dei tassi di interesse è adeguato, dall’altro rimarca la necessità di evitare che effetti secondari si materializzino. Parole che testimoniano come il vero spauracchio della Bce rimane non la semplice inflazione, ma la spirale prezzi-salari, con le aspettative di inflazione elevata che potrebbero stimolare delle pressioni sui salari. Il numero uno della Bce ha rimarcato come negli Stati Uniti la Fed ritiene che l’inflazione core è un buon indicatore di inflazione futura. L’Eurotower invece ritiene che l’inflazione core non è necessariamente un buon rilevatore di inflazione futura.
“I prezzi delle materie prime energetiche e non continuano a crescere rafforzando ulteriormente l’opinione di chi vede l’accentuarsi verso l’alto dei rischi inflasttivi a livello globale”, rimarca oggi Fabio Fois di Barclays Capital, aggiungendo che sul fronte alimentare i prezzi del cacao sono destinata ad aumentare ulteriormente a seguito della decisione presa dalla Costa d’Avorio di vietare le esportazioni di cacao per un mese.