Notizie Notizie Italia Esplode risiko bancario, Intesa SanPaolo lancia Opa su Ubi e prepara cessioni 400/500 filiali a Bper

Esplode risiko bancario, Intesa SanPaolo lancia Opa su Ubi e prepara cessioni 400/500 filiali a Bper

18 Febbraio 2020 08:00

Intesa SanPaolo-Ubi Banca: prossima operazione di M&A nel settore bancario del made in Italy? Eccoci qui: il risiko bancario italiano di cui si parla da mesi esplode, e lo fa coinvolgendo la prima banca italiana. Per l’appunto: Intesa SanPaolo guidata da Carlo Messina che, a sorpresa, nella notte, sgancia la bomba di una offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Ubi Banca.

I termini dell’Opa sono i seguenti: per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, valorizzando quindi Ubi 4,86 miliardi: una cifra che corrisponde ad un premio del 27,6% sui valori di venerdì 14 febbraio.

Così si legge nella nota di Intesa SanPaolo:

“Intesa Sanpaolo ha promosso l’Opa su Ubi Banca al fine di consolidare ulteriormente, attraverso l’apporto della clientela e della rete dell’emittente, la propria leadership nel settore bancario italiano, dove opera con successo in tutti i segmenti di mercato”.

La proposta di delega per l’aumento di capitale al servizio dell’offerta per l’acquisto di Ubi banca sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea straordinaria dei soci convocata per il prossimo 27 aprile. Il cda dell’istituto poi delibererà l’aumento di capitale “nei più brevi tempi tecnici dopo l’ottenimento delle autorizzazioni”.

La merger, ha precisato Intesa, creerebbe il settimo gruppo bancario dell’area euro per valore degli asset, con profitti combinati stimati per un valore superiore a 6 miliardi di euro nel 2022.

Il successo dell’operazione si tradurrebbe nel delisting di Ubi Banca e, successivamente, nella fusione tra le due realtà bancarie.

Obiettivo di Intesa è quello di completare la transazione entro la fine dell’anno. Occhio intanto al titolo della banca guidata da Carlo Messina, e a quanto hanno scritto di recente gli analisti di Vontobel

Come ricorda il Sole 24 Ore:

“Oggi Intesa conta circa 11,8 milioni di clienti grazie al supporto di circa 3.800 sportelli sparsi su tutto il territorio nazionale con quote di mercato non inferiori al 12% in 17 regioni su 20. Per anni si sono ipotizzate mosse all’estero, dove il gruppo vanta una presenza di circa 1.000 sportelli e 7,2 milioni di clienti, incluse le banche controllate operanti nel commercial banking in 12 Paesi in Europa centro-orientale e in Medio Oriente e Nord Africa e una rete internazionale specializzata nel supporto alla clientela corporate in 25 Paesi. Sul 2018, la banca ha pagato 3,4 miliardi di euro di dividendi, mentre sono stati proposti 3,4 miliardi di dividendi per il 2019. Ubi, da parte sua, rappresenta il terzo gruppo gruppo bancario del paese per capitalizzazione dopo Intesa, e UniCredit. Nata il primo aprile 2007 dalla fusione di Bpu e Banca Lombarda e Piemontese, dal 2015 la banca ha abbandonato il suo status di banca popolare per diventare un Spa. Il gruppo oggi è essenzialmente domestico, vanta una copertura multiregionale con circa 1600 filiali, di cui 608 in Lombardia e 144 in Piemonte e una rilevante presenza nel Centro e Sud Italia. Il gruppo guidato da Victor Massiah, che ha appena presentato un piano industriale triennale, conta circa 20mila dipendenti. Nascerebbe così un gruppo da 3 milioni di clienti”.

Ma nella notte le agenzie di stampa battono anche un’altra notizia, che ha visto protagonista ancora Intesa SanPaolo insieme a Bper.

Al fine di smorzare eventuali timori sulla natura anti competitiva della merger, Intesa ha già firmato un accordo, nella giornata di ieri, per vendere 400-500 filiali dell’entità derivante dalla maxi operazione a Bper Banca e, possibilmente, alcuni asset assicurativi di Ubi Banca a UnipolSai.

Per finanziare l’acquisto delle filiali di Intesa SanPaolo-Ubi Banca Bper, sesta banca in Italia, lancerebbe in via separata un aumento di capitale fino a 1 miliardo di euro. UnipolSai acquisterebbe dunque i rami d’azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi Banca. Nessun commento da Ubi Banca.

Intesa ha riferito di aver scelto Ubi Banca in quanto l’’istituto presenta un modello di business simile e opera principalmente nel nord Italia, fattori che minimizzano i rischi di integrazione.

Dettagli sull’Ops lanciata da Intesa su Ubi Banca

Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 102, comma 1, del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, come successivamente modificato (il “TUF”), nonché dell’art. 37 del Regolamento di attuazione del TUF adottato con delibera Consob n. 11971 del 14 maggio 1999, come successivamente modificato (il “Regolamento Emittenti”), Intesa Sanpaolo S.p.A. (l'”Offerente” o “ISP”) comunica di aver assunto in data odierna la decisione di promuovere un’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria ai sensi e per gli effetti degli artt. 102 e 106, comma 4, del TUF (l'”Offerta”), avente a oggetto la totalità delle azioni ordinarie di Unione di Banche Italiane S.p.A. (l'”Emittente” o “UBI Banca”) – quotate sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. – e cioè n. 1.143.425.545 azioni ordinarie (ossia la totalità delle azioni emesse da UBI Banca alla data odierna, ivi incluse le azioni proprie detenute dall’Emittente: “Azioni dell’Emittente”), dedotte le n. 859.601 azioni ordinarie di UBI Banca di titolarità dell’Offerente alla data odierna. Per ciascuna Azione dell’Emittente portata in adesione all’Offerta, ISP offrirà un corrispettivo unitario, non soggetto ad aggiustamenti, pari a: n. 1,7000 azioni ordinarie dell’Offerente di nuova emissione (il “Corrispettivo”). Pertanto, per ogni n. 10 (dieci) Azioni dell’Emittente portate in adesione all’Offerta saranno corrisposte n. 17 (diciassette) azioni ordinarie dell’Offerente di nuova emissione”.

Ancora, si legge:

“Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni dell’Offerente rilevato alla chiusura del 14 febbraio 2020 (pari a Euro 2,502), il Corrispettivo esprime una valorizzazione pari a Euro 4,254 (con arrotondamento alla terza cifra decimale) per ciascuna Azione dell’Emittente e, dunque, incorpora un premio del 27,6% rispetto al prezzo ufficiale delle Azioni dell’Emittente rilevato alla chiusura del 14 febbraio 2020 (pari a Euro 3,333). In caso di distribuzione dei dividendi a valere sugli utili dell’esercizio 2019 – ove deliberata dalle rispettive assemblee degli azionisti dell’Emittente e dell’Offerente che si terranno, in unica convocazione, l’8 aprile 2020 e il 27 aprile 2020 in conformità alle proposte formulate dai relativi Consigli di Amministrazione dell’Offerente (proposta di dividendo pari a Euro 0,192 per azione) e dell’Emittente (proposta di dividendo pari a Euro 0,13 per azione) – il prezzo ufficiale delle azioni dell’Offerente rilevato alla chiusura del 14 febbraio 2020 ex dividend (ossia rettificato per tenere conto del pagamento del suddetto dividendo) sarebbe pari a Euro 2,310; pertanto, in tale caso, il Corrispettivo esprimerebbe una valorizzazione pari a Euro 3,928 (con arrotondamento alla terza cifra decimale) per ciascuna Azione dell’Emittente e, dunque, incorporerebbe un premio del 22,6% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni dell’Emittente ex dividend rilevato alla chiusura del 14 febbraio 2020 (pari a Euro 3,203). Le azioni di ISP offerte quale Corrispettivo saranno emesse grazie a un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, comma 4, cod. civ., riservato agli aderenti all’Offerta; aumento di capitale che in data odierna il Consiglio di Amministrazione dell’Offerente ha deliberato di sottoporre all’assemblea straordinaria dei soci dell’Offerente convocata per il 27 aprile 2020, come illustrato al successivo paragrafo 3.2.3 (l'”Aumento di Capitale al Servizio dell’Offerta”).

Messina (Intesa): Tra le medie Ubi la meglio amministrata

Così commenta l’offerta pubblica di scambio lanciata su Ubi Banca, il numero uno di Intesa SanPaolo., Carlo Messina:

“L’operazione che annunciamo apre un nuovo capitolo della storia di questo Gruppo: vogliamo unire due eccellenze del nostro sistema bancario – Intesa Sanpaolo e UBI Banca – per dare vita a una nuova realtà leader nella crescita sostenibile e inclusiva. Per prima cosa vorrei sottolineare i tratti distintivi di Intesa Sanpaolo. Siamo uno dei Gruppi europei più solidi e profittevoli, frutto di numerose aggregazioni di successo e formato da oltre 90.000 persone che rappresentano il meglio del sistema bancario europeo. La nostra solidità ha generato significativi benefici per tutti i nostri stakeholders. Abbiamo supportato le famiglie e le imprese italiane con una capacità di erogare credito che ci colloca ai primi posti in Europa. Abbiamo protetto i risparmi dei nostri clienti durante il periodo più difficile della crisi economica, e anche questo è stato possibile grazie alla forza del nostro bilancio. Come uno dei principali datori di lavoro del Paese abbiamo sempre tutelato l’occupazione. Negli ultimi anni abbiamo lanciato uno dei più importanti programmi in Europa di attività a elevato impatto sociale e ambientale. Abbiamo realizzato tutto ciò continuando a garantire ai nostri azionisti un dividendo significativo e preservando il capitale”.

“L’operazione che lanciamo oggi – spiega Messina – segna una innovazione rilevante nella nostra strategia degli ultimi anni. Siamo infatti convinti che nel nuovo scenario del sistema bancario europeo degli anni ’20 sia necessario guardare avanti e porsi nuovi obiettivi. La nostra Banca si è sempre distinta per lungimiranza; lo abbiamo dimostrato nel 2011 quando, in anticipo rispetto al settore bancario, abbiamo lanciato un’operazione di rafforzamento del capitale. Una mossa vincente che ci ha consentito di soddisfare i nuovi criteri fissati dalla BCE e porre le fondamenta di un decennio di crescita che ci ha condotti sino a qui”.

“Il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una nuova fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l’adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile. Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e UBI potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo. L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affidano alla nuova Banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: queste cifre esprimono tutta la forza dell’economia italiana, le capacità del nostro sistema imprenditoriale e la solidità del patrimonio delle nostre famiglie. UBI, tra le banche di medie dimensioni del nostro Paese, è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità. Siamo convinti che il Consigliere Delegato e il management team di UBI abbiano svolto un eccellente lavoro e possano avere rilevanti prospettive nel Gruppo che nascerà da questa operazione. Intesa Sanpaolo, infatti, potrà rappresentare un fattore di accelerazione nel raggiungimento degli obiettivi appena annunciati nel piano industriale di UBI.

Insieme creeremo un leader europeo che sarà in grado di:

  • raggiungere un utile netto di oltre 6 miliardi di euro nel 2022;
  • distribuire ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili con la previsione di un dividendo per azione pari a 0,2 euro a valere sul 2020 e superiore a 0,2 euro a valere sul 2021;
  • accelerare la riduzione dei crediti deteriorati senza costi per gli azionisti;
  • confermare una elevata solidità patrimoniale, con un common equity ratio previsto a un livello superiore al 13%;

Ancora, Messina si è così espresso nel comunicato:

“Grazie alla capacità reddituale e alla solidità patrimoniale la Banca che nascerà dall’aggregazione fra Intesa Sanpaolo e UBI potrà:

  • garantire 30 miliardi di euro di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana; Aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della Green Economy e incrementare da 5 a 6 miliardi il plafond destinato a investimenti nella circular economy.
  • Portare da 1,25 a 1,5 miliardi la capacità erogativa del Fondo d’Impatto;
  • Puntare sull’ingresso di giovani nel nuovo Gruppo grazie a un programma di 2.500 assunzioni, per promuovere il cambio generazionale e sostenere l’occupazione;
  • Portare da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni”.

Carlo Messina ha proseguito: “Siamo convinti che questo sia un grande progetto nel quale due banche accomunate non solo dai modelli di business ma soprattutto dai valori di riferimento, potranno assicurare – grazie alle elevate qualità professionali delle oltre 110.000 persone che ne faranno parte – all’economia del nostro Paese una solida prospettiva di crescita sostenibile e inclusiva”.