Eni: utili II trim. battono le stime, migliorata guidance 2024. Le novità su dividendi e buyback. Titolo scatta a Piazza Affari
Eni, il gruppo petrolifero quotato sul Ftse Mib di Piazza Affari guidato dal ceo Claudio Descalzi, ha annunciato di avere concluso il secondo trimestre del 2024 con un utile netto adjusted di 1,519 miliardi, in calo del 21% rispetto agli 1,935 miliardi del secondo trimestre del 2023.
L’utile ha battuto le attese del consensus, che avevano previsto in media un utile netto, nel secondo trimestre del 2024, pari a €1,46 miliardi.
Nell’intero primo semestre del 2024, l’utile netto adjusted si è attestato a 3,101 miliardi di euro, in flessione del 36% rispetto ai 4,842 miliardi del primo semestre del 2023.
Il titolo Eni reagisce alla pubblicazione dei conti con un balzo superiore a +3,5%, che lo porta a quota 14,532 euro, a fronte di un Ftse Mib di Piazza Affari che nei primi minuti della giornata di contrattazioni è praticamente piatto.
Eni: utile operativo proforma adjusted a 4,1 MLD in II trimestre
L’utile operativo proforma adjusted è ammontato nel secondo trimestre del 2024 a 4,107 miliardi, in calo del 3% rispetto ai 4,234 miliardi dello stesso trimestre del 2023, attestandosi nel primo semestre dell’anno a 8,223 miliardi, in ribasso del 19% rispetto ai 10,101 miliardi del primo semestre del 2023.
A fare da assist alla redditività del gruppo è stata la divisione E&P (esplorazione e produzione), che ha assistito nel secondo trimestre a un utile operativo proforma adjusted di €3,5 miliardi, in crescita rispetto al trimestre dello stesso periodo del 2023 del 26% e in rialzo del 6% su base sequenziale, grazie alla “crescita della produzione (+6%) a 1,71 mln di boe/g” e alle “azioni di efficienza con effetti positivi sugli utili”.
Guardando alle altre voci di bilancio di Eni, nel secondo trimestre dell’anno il flusso di cassa adjusted prima delle variazioni del capitale circolante è stato pari a €3,9 miliardi, “grazie alla robusta gestione industriale sostenuta dall’efficacia operativa, dalla crescita, dai nostri asset di valore e dalla disciplina finanziaria”, così come si legge nel comunicato del gruppo.
Nel primo semestre 2024 Eni ha generato inoltre un flusso di cassa da attività operativa adjusted di €7,8 mld, coprendo i fabbisogni per investimenti di €4,1 mld.
Il flusso di cassa organico “FCF” di €3,7 mld ha consentito inoltre all’azienda di coprire la remunerazione degli azionisti di €2 miliardi e, insieme ai proventi da cessioni relativi principalmente a Plenitude e Saipem per circa €1 miliardo, ha contribuito a ridurre l’indebitamento a €12,1 miliardi, dopo l’elevato livello che si era accumulato nel primo trimestre dell’anno per effetto dell’acquisizione di Neptune (€2,3 mld).
Eni migliora guidance EBIT proforma adjusted 2024
Sulla scia dei risultati di bilancio riportati, Eni ha alzato la guidance sull’utile adjusted proforma prima degli interessi e delle tasse, ovvero dell’EBIT proforma adjusted, di 1 miliardo, a 15 miliardi di euro circa, per l’intero anno.
Il flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante è atteso a oltre €14 miliardi.
Per quanto riguarda gli investimenti organici, le attese, come da previsione originaria, sono di circa €9 miliardi.
Includendo una revisione al rialzo del contributo del piano di disinvestimenti in corso, gli investimenti al netto degli incassi sono ottimizzati a un valore inferiore a €6 miliardi.
Eni ha parlato di “risultati eccellenti nonostante andamenti contrastanti di mercato con migliori prezzi di realizzo del greggio, prezzi del gas stabili, margini di raffinazione favorevoli anche se in riduzione su base sequenziale, e deboli margini nella chimica”.
Confermato l’ accordo di esclusiva firmato con il fondo americano KKR per valorizzare il 20-25% di Enilive. L’operazione, che il gruppo prevede di finalizzare entro la fine dell’anno, prevede una valorizzazione della società compresa tra €11,5 miliardi e €12,5 miliardi.
LEGGI ANCHE
Eni prepara cessione quota Enilive aspettando i conti del 2Q
Novità su dividendi e buyback
Per quanto riguarda la remunerazione degli azionisti, l’acconto sul dividendo è stato incrementato del 6% e il piano di buyback 2024 è stato velocizzato.
Sul prossimo dividendo trimestrale, a seguito dell’approvazione da parte dell’ultima assemblea degli azionisti di un dividendo di €1 per azione per l’esercizio 2024, che rappresenta un aumento del 6% rispetto al 2023, la prima rata trimestrale del 2024 di €0,25 per azione sarà pagata il 25 settembre 2024 con data di stacco cedola il 23 settembre 2024, come deliberato ieri dal Consiglio di Amministrazione.
Lato buyback, a seguito dell’autorizzazione dell’ultima assemblea degli azionisti per un nuovo piano di acquisti di azioni proprie fino a €3,5 milirdi, il piano del management 2024 per un buy-back da €1,6 mld è stato confermato, ma si prevede un piano di riacquisto più rapido rispetto alle assunzioni iniziali.
Inoltre, in linea con la politica di distribuzione, Eni ha annunciato che, considerato il minore livello atteso di debito netto alla luce dei progressi nel piano di dismissioni, “nel terzo trimestre saremo in grado di valutare l’ulteriore incremento fino al limite massimo del 35% dell’intervallo di distribuzione del flusso di cassa operativo adjusted di budget, che corrisponde a un potenziale incremento del valore del buyback di €500 milioni”.
Eni: il commento del ceo Descalzi
Così il ceo Claudio Descalzi nel commentare i conti:
“Nel II trimestre ’24 abbiamo ottenuto risultati superiori alle attese, dimostrando i significativi progressi fatti da Eni in molteplici aspetti della sua strategia e del piano industriale illustrati agli investitori lo scorso marzo. Rispetto ai chiari obiettivi di sviluppo delle nostre linee di business che presentano vantaggi competitivi: la produzione di idrocarburi, la bioraffinazione e la capacità di generazione rinnovabile, abbiamo conseguito in ciascuno una rilevante crescita. Tali progressi ci hanno consentito di ottenere eccellenti risultati finanziari con €1,5 miliardi di profitti netti adjusted”.ù
“In parallelo alla crescita industriale – ha continuato Descalzi – stiamo compiendo progressi superiori alle aspettative nelle attività di gestione del portafoglio in termini sia di tempi di esecuzione sia di valore generato. Stiamo migliorando la qualità del portafoglio Upstream, con il recente annuncio della dismissione di attività petrolifere non strategiche in Alaska e il completamento in corso della vendita delle attività onshore in Nigeria, mentre abbiamo definito un accordo per l’aggregazione aziendale tra Ithaca Energy e in nostri asset in UK”.
Ancora il ceo di Eni:
“Enilive ha annunciato un accordo di esclusiva con il fondo KKR per un ingresso di capitale privato che, in modo simile all’operazione finalizzata nel primo trimestre relativa a Plenitude, concorra a finanziare la crescita e confermi il valore che stiamo creando nei nostri business legati alla transizione. Nonostante il contributo del portafoglio sia stato relativamente contenuto nel secondo trimestre, il debito netto è diminuito e, con i disinvestimenti che stanno progredendo, prevediamo un leverage significativamente inferiore a 0,2 a fine anno, meglio delle nostre aspettative iniziali. Questo a sua volta ci consentirà di accelerare il piano di riacquisto di azioni proprie da €1,6 mld a conferma della nostra capacità di realizzare sia gli obiettivi di crescita del business, sia quelli di remunerazione degli azionisti”.