Notizie Dati Bilancio Italia Eni, utile a 1,4 miliardi nel trimestre. In Uk maxi progetto per la cattura del carbonio

Eni, utile a 1,4 miliardi nel trimestre. In Uk maxi progetto per la cattura del carbonio

24 Aprile 2025 08:41

Eni apre le danze dei conti dell’energia in Italia. E nel primo trimestre 2025 ha conseguito su base adjusted 3,7 miliardi di utile operativo proforma, 1,4 miliardi di utile netto e 3,4 miliardi di flusso di cassa operativo. In parallelo, il Cane a sei zampe ha annunciato una revisione prudenziale degli investimenti sotto 6 miliardi (da 6,5-7 miliardi previsti) per un potenziale impatto dai dazi di circa 2 miliardi. Confermata la linea sui dividendi e il riacquisto di azioni per 1,5 miliardi. In rampa di lancio un maxi progetto per la C02 nel Regno Unito. Positiva la reazione del mercato con il titolo che ha aperto in rialzo del 2,46% a 12,73 euro

Il bilancio in sintesi

I risultati finanziari del primo trimestre 2025 nel complesso solidi mostrano un Ebit proforma adjusted di 3,7 miliardi (+36% su base sequenziale), grazie all’eccellente performance della E&P, al solido contributo di GGP e al costante miglioramento dei satelliti Enilive e Plenitude. Nel confronto con il primo trimestre 2024, l’Ebit evidenzia un calo dell’11% dovuto alla flessione di circa il 10% del prezzo del petrolio Brent. L’utile netto adjusted si attesta a 1,4 miliardi.

Guardando ai singoli settori, nel primo trimestre 2025, bene l’E&P che ha conseguito un Ebit proforma adjusted di 3,3 miliardi, in aumento di circa il 20%; GGP ha ottenuto l’Ebit proforma adjusted di 310 milioni, grazie alla massimizzazione del valore del portafoglio gas/GNL. L’Ebit proforma adjusted di Enilive, pari a 95 milioni, è quasi raddoppiato su base sequenziale, sostenuto dal maggiore contributo delle attività retail. Plenitude ha conseguito un ebit proforma adjusted di 241 milioni, in linea con il 2024. L’Ebitda proforma adjusted dei due satelliti è stato pari a 0,17 miliardi per Enilive e a 0,36 miliardi per Plenitude.

L’attività di raffinazione ha chiuso con una perdita proforma adjusted di 91 milioni, peggiorando il confronto sia rispetto al primo trimestre 2024 sia su base sequenziale, L’attività della chimica registra una perdita di 0,24 miliardi a causa della prolungata debolezza del settore europeo dovuto alla minore domanda e alla pressione sui margini da parte di operatori con posizioni di costo più vantaggiose. Il flusso di cassa adjusted prima dei movimenti del circolante ammonta a 3,4 miliardi, superiore ai fabbisogni per gli investimenti lordi di 1,9 miliardi. Il free cash flow organico di 1,5 miliardi e gli incassi netti da dismissione di circa 3 miliardi, relativi principalmente all’investimento del 25% di KKR in Enilive, hanno consentito di remunerare gli azionisti con 1,2 miliardi e di ridurre l’indebitamento finanziario netto di circa 1,8 miliardi a 10,3 miliardi.

“I solidi risultati del primo trimestre sono il frutto della costante esecuzione della nostra strategia, nonostante l’incerto contesto macroeconomico. Manteniamo la disciplina finanziaria e la determinazione nel fare leva sui nostri vantaggi competitivi basati sull’esplorazione, sulle tecnologie proprietarie e sugli innovativi modelli di business, per eseguire la trasformazione e generare valore per i nostri azionisti. Gli straordinari successi esplorativi aprono nuove opportunità di mercato e di ritorni” ha commentato l’ad Claudio Descalzi.

I nuovi satelliti

Descalzi ha poi ricordato che è in via di definizione il satellite (società specializzata) che si occuperà della raccolta della cO2 e quello con Petronas per un satellite upstream paritetico, autofinanziato, con lo scopo di valorizzare l’ingente potenziale delle scoperte al largo dell’Indonesia. Il modello di “esplorazione duale” è stato applicato negli accordi con Vitol, anticipando la monetizzazione dei rilevanti progetti Eni di Baleine e Congo FLNG con incassi attesi pari a 2,7 miliardi di dollari. La strategia di crescita e di creazione di valore basata sui satelliti relativi alla transizione prende slancio; Enilive e Plenitude hanno perfezionato ulteriori investimenti.

L’outlook 2025

In risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, la società ottimizza i piani di spesa per il 2025 e farà ricorso alle leve di portafoglio. Alla luce di un impatto potenziale di 2 miliardi, gli investimenti al netto delle dismissioni sono attesi sotto 6 miliardi rispetto a una stima iniziale compresa tra 6,5-7 miliardi. Assumendo lo scenario aggiornato di 65 $/bbl per il prezzo del petrolio Brent, 40 €/MWh per il prezzo spot del gas al TTF, 3,5 $/bbl per il margine di raffinazione Eni SERM e un tasso di cambio euro/dollaro a 1,1, il CFFO adjusted è ora atteso a 11 miliardi, un risultato migliore di quanto implicherebbe la variazione dei parametri di scenario. Confermata anche la produzione di idrocarburi attesa ancora a 1,7 mln boe/g allo scenario Brent di 65 $/bbl.
In attesa dell’approvazione dell’assemblea degli azionisti del prossimo 14 maggio, confermato l’incremento del 5% del dividendo di competenza dell’esercizio 2025 a 1,05 euro per azione e l’avvio del programma di riacquisto di azioni da 1,5 miliardi. Il rapporto d’indebitamento è atteso nell’intervallo 0,15 – 0,2.

Il progetto Uk per la Co2

Il gruppo annuncerà inoltre formalmente in giornata quanto anticipato dall’Ft ieri sera, ovvero un maxi progetto per la cattura del carbonio in Inghilterra, al polo industriale HyNet North West di Liverpool e Manchester. Si tratta di un gasdotto lungo 61 chilometri per raccogliere l’anidride carbonica dagli impianti industriali intorno a Liverpool e Manchester e interrarla poi a largo. Il gasdotto di Eni è una parte fondamentale di HyNet North West, un polo industriale che includerà nuovi impianti per la produzione di idrogeno destinato alle aziende locali. I sostenitori del progetto affermano che i 350.000 posti di lavoro nel settore manifatturiero della regione saranno più sicuri in futuro grazie a questo piano che creerà 17 miliardi di sterline di valore economico nei prossimi 25 anni. L’azienda italiana prevede inizialmente di immagazzinare 4,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno in una serie di giacimenti di gas esauriti a 1 km sotto il fondale marino nella baia di Liverpool, per poi aumentare a 10 milioni di tonnellate dopo il 2030, l’equivalente delle emissioni annuali di 4 milioni di automobili.