Eni e l’intesa con KKR che sale al 30% in Enilive. In arrivo i conti e il piano, le attese

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Eni ha annunciato un nuovo accordo con il fondo d’investimento americano KKR per la cessione di un’ulteriore quota di Enilive. Intanto il mercato guarda ai risultati dell’ultimo trimestre 2024 e al nuovo piano strategico 2025-2028. Il consiglio di amministrazione del big del settore oil & gas è previsto per il prossimo 26 febbraio, quando sarà chiamato ad approvare i conti e il business plan (verranno poi presentati alla comunità finanziaria il giorno successivo, il 27 febbraio).
A Piazza Affari, la giornata inizia con un moderato rialzo per il titolo Eni che avanza solo dello 0,06%, muovendosi però sopra la soglia dei 14 euro per azione.
Eni e l’accordo con KKR su Enilive: i dettagli
Eni e la società d’investimento KKR hanno annunciato firmato un accordo per incrementare la partecipazione di KKR in Enilive. L’acquisto sarà pari al 5% del capitale sociale di Enilive, attraverso un investimento addizionale di 587,5 milioni di euro. L’investimento porterà così KKR a detenere una partecipazione complessiva pari al 30% del capitale sociale della società interamente controllata dal Cane a sei zampe dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biometano, alle soluzioni di smart mobility “ottimizzando la struttura del capitale di Eni che continuerà a mantenerne il consolidamento e il controllo”.
L’operazione, si legge nella nota, è in linea con l’accordo firmato dalle due società lo scorso ottobre per l’acquisizione da parte di KKR di una partecipazione pari al 25% del capitale della società controllata dal gruppo guidato da Descalzi, il cui perfezionamento è previsto il prossimo mese, ed è basata sulla medesima valutazione post-money pari a 11,75 miliardi di euro in termini di equity value per il 100% del capitale sociale di Enilive. Il closing dell’acquisizione dell’ulteriore 5% di partecipazione è subordinato al rilascio delle autorizzazioni delle autorità competenti.
Per Equita “la notizia ha risvolti positivi per il titolo in quanto l’operazione mostra un multiplo rotondo” e “dimostra il mantenimento dell’interesse da parte di partners esterni nel rilevarne una quota di minoranza”.
Intanto Eni porta avanti il suo piano di cessione di 8 miliardi di euro di asset entro il 2027. A tal proposito, lo scorso marzo, la società indicava:
“L’attività di gestione del portafoglio, con un contributo netto in termini di cassa pari a circa 8 miliardi nell’arco del piano, riflette l’avanzamento della strategia del modello satellitare, l’applicazione del dual exploration model ai significativi successi esplorativi raggiunti e il continuo high-grading del portafoglio“.
Le ragioni di KKR
L’ulteriore investimento di KKR, “supportato dall’ingresso di co-investitori di primario standing internazionale inclusi, tra gli altri, importanti fondi pensione internazionali – si legge in una nota – conferma l’apprezzamento del mercato e la solidità del modello di business di Enilive, che è impegnata nell’offrire servizi integrati e prodotti progressivamente decarbonizzati ai propri consumatori nel settore della mobilità sostenibile“. Un’operazione che evidenzia anche l’efficacia della strategia satellitare di Eni in grado di attrarre capitale per specifici segmenti di business, creando le condizioni per una loro crescita indipendente e dando evidenza del loro effettivo valore di mercato.
Gattei: “ulteriore investimento di KKR conferma l’attrattività di Enilive per il mercato”
“L’ulteriore investimento di KKR conferma l’attrattività di Enilive per il mercato. Enilive è una società solida e in crescita, con un partner finanziario di rilievo, che svolgerà un ruolo cruciale nell’abbattimento delle emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti, un aspetto fondamentale per il nostro percorso al Net zero al 2050. In linea con la nostra strategia, proseguiremo nella massima valorizzazione dei nostri migliori business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di portarli a creare valore in modo autonomo, aumentarne il valore di mercato, aprire loro nuove opportunità sul mercato dei capitali, renderli appetibili per importanti futuri partner industriali e finanziari e farne crescere velocemente il business a supporto del nostro percorso di decarbonizzazione”. Lo ha dichiarato Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni.
Il punto tecnico su Eni
(a cura di Simone Borghi)
Il titolo Eni continua a mostrare segnali di forza dopo il recupero dai minimi di metà dicembre a 12,28 euro, con il prezzo che si attesta attualmente in area 14 euro. Il movimento rialzista in corso è sostenuto dalla trendline ascendente di breve periodo tracciata dai minimi di dicembre e gennaio (linea blu), che ha fornito un solido supporto dinamico nelle ultime settimane. Tuttavia, Eni ha effettuato il breakout con successivo pull back della trendline ribassista di medio periodo (linea viola), che ha guidato il trend discendente da aprile dello scorso anno.
In tale scenario, il superamento della resistenza a 14,13 euro potrebbe innescare un’accelerazione al rialzo, con target successivi a 14,37 e 14,62 euro. Al contrario, un rifiuto di questi livelli potrebbe portare a prese di profitto e a un primo test di supporto a 13,88 euro, livello chiave per mantenere l’attuale struttura rialzista. La perdita di questo livello aprirebbe la strada a una correzione più profonda, con obiettivi a 13,60 e 13,34 euro.
Dal punto di vista degli indicatori tecnici, l’RSI a 14 periodi si trova a 63, segnalando una fase di forza ma non ancora in ipercomprato, lasciando margine per un ulteriore rialzo. Il MACD conferma il momentum positivo, con la linea principale sopra il segnale e in progressivo ampliamento, a indicare una spinta rialzista ancora intatta. Il volume degli scambi è rimasto sostenuto nel recente rimbalzo, a conferma dell’interesse degli investitori in questa fase di mercato.