Eni: per SocGen la cessione di Galp non alzerà il dividendo, resta incerto l’outlook sul G&P
Eni è sempre sotto i riflettori del mercato, con gli investitori già proiettati alla pubblicazione dei conti 2010, in calendario il prossimo 16 febbraio, alla presentazione del nuovo piano strategico. Negli ultimi giorni, le case d’affari hanno analizzato le divisioni del colosso petrolifero italiano, puntando il dito contro il business del gas. Per questa divisione, Barclays si aspetta “una profittabilità ancora sotto pressione”. In termini assoluti, il broker britannico prevede per il Gas & Power un utile operativo di 698 milioni di euro, in flessione del 38% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I margini di questa divisione rimarranno quindi “sotto pressione in scia all’elevato costo del gas”.
Oggi il gruppo di Paolo Scaroni, che in Borsa guadagna lo 0,51% a 17,70 euro, è finito sotto la lente di Societe Generale. “Dopo un anno caratterizzato dalle difficoltà per la divisione gas – scrivono gli esperti francesi – l’outlook 2011 per questa business unit rimane incerto”. In termini della futura produzione di idrocarburi, SocGen non crede che Eni sia sulla strada per generare crescita fino al 2012. La politica di dividendi della compagnia continua però ad attirare attenzione, specialmente dopo il taglio della cedola nel 2009, “dettata dalla difficoltà di bilanciare la crescita produttiva e gli alti rendimenti rispetto all’elevato livello del debito.
La vendita del 33,3% detenuto nella portoghese Galp Energia ha già attirato due predatori: Petrobras e Sonangol. Ai prezzi correnti, la quota in Galp potrebbe portare nelle casse dell’Eni 3,77 miliardi di euro. Una cifra consistente che, secondo SocGen, non porterà ad un incremento della cedola: “noi crediamo che il gruppo continuerà a mantenere una politica conservativa sul dividendo. Inoltre, pensiamo che Eni potrebbe utilizzare il cash per tentare di acquisire asset capaci di sostenere la produzione”.
Societe Generale ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo Eni a 17,5 euro dal precedente 16 euro, confermando la raccomandazione hold. “Nonostante solidi rendimenti – afferma il broker francese -, l’azione risente ancora delle incertezze sulla divisione Gas & Power e dell’elevato debito. Gli esperti, in scia alla revisione al rialzo del prezzo del Brent (da 85 a 93 dollari al barile nel 2011, da 94,5 a 102 dollari nel 2012), hanno alzato le stime sui profitti del gruppo guidato da Paolo Scaroni del 3,5% per il 2011 e del 6,7% per il 2012.