Eni: Saipem è partecipazione non-core, valuta opzioni. Ma per Descalzi non c’è fretta

“Saipem rappresenta una partecipazione non-core“. E’ quanto si legge nell’aggiornamento del piano strategico di Eni in cui viene aggiunto che il Cane a sei zampe, con il contributo di un advisor finanziario, sta valutando una serie di opzioni sulle quali aggiornerà opportunamente il mercato e nel mentre continuerà a sostenere Saipem assicurandone la solidità finanziaria. “Il focus di Eni sarà sempre più incentrato sui business oil&gas e in questo contesto Saipem rappresenta una partecipazioni non-core”, ha spiegato l’amministratore delegato della società di San Donato Milanese, Claudio Descalzi, alla sua prima conference call con gli analisti dopo l’uscita dal gruppo di Paolo Scaroni.
“Saipem è una società molto buona, che ci piace molto, ma la nostra è una compagnia oil&gas e quindi non è core avere una società ingegneristica”, ha spiegato Descalzi. “Stiamo studiando diverse opzioni, ma siamo all’inizio del processo, quindi non possiamo dire quali sono né parlare dei tempi“. E ha assicurato che l’operazione si farà al momento giusto. “Vogliamo massimizzare il valore per gli azionisti di entrambe”. E sul maxigiacimento di Kashagan, in Kazakhstan, Descalzi ha annunciato che dovrebbe fornire “un po’ di produzione nel 2016“. Il manager ha escluso una ripresa della produzione nel 2015, aggiungendo che è in corso un’indagine di mercato da parte dell’operatore sull’attività da svolgere e che “a settembre-ottobre” si avranno maggiori dettagli su costi e tempi.
Piano dismissioni da 11 miliardi
“Grazie alle recenti scoperte esplorative e alla maggiore focalizzazione sul core business, Eni – spiega la nota di aggiornamento del piano – è in grado di incrementare il programma di dismissioni di 2 miliardi di euro nel periodo 2014-17, portandolo complessivamente a 11 miliardi di euro, di cui 6 miliardi nel biennio 2014-2015”.
Confermato obiettivo crescita produzione 3% annuo
Eni conferma una crescita della produzione di idrocarburi del 3% annuo nel periodo 2014-2017, a partire dal 2015. Il gruppo petrolifero intende massimizzare il valore del portafoglio attraverso le seguenti azioni: realizzazione tempestiva dei nuovi progetti; nel biennio 2014-2015 Eni completerà 15 progetti che contribuiranno per oltre il 70% delle nuove produzioni attese al 2017; rapido sviluppo delle recenti scoperte ad olio in Congo, Egitto e Nigeria, che permetteranno di compensare in parte gli impatti dei ritardi di Kashagan e di Angola LNG; creazione di valore dall’esplorazione, anche attraverso una strategia di partecipazione rilevante e successiva diluizione a valle della scoperta e quindi della valorizzazione dell’asset.
Breakeven utile operativo e cassa settore gas&power anticipato al 2014
Grazie al risultato positivo delle rinegoziazioni dei contratti gas di lungo termine e alla performance positiva dei segmenti commerciali, Eni anticiperà al 2014 il breakeven dell’utile operativo e di cassa del settore gas & power, nonostante il deterioramento dello scenario di mercato. Prosegue il riallineamento ai prezzi di mercato del portafoglio di approvvigionamento gas, ad oggi conseguito per il 60%, si conferma l’obiettivo di un completo allineamento entro il 2016. I recenti negoziati consentiranno inoltre di recuperare entro il 2017 i volumi take or pay pre-pagati liberando 1,9 miliardi di euro di cassa.
Flusso di cassa operativo medio 2014-2015 di oltre 15 miliardi
Il flusso di cassa operativo medio nel biennio 2014-2015 di Eni sarà di oltre 15 miliardi di euro (in miglioramento rispetto a quanto annunciato a febbraio), rispetto agli 11 miliardi del 2013. La crescita upstream, il turnaround del mid-downstream, il rigido controllo dei costi e degli investimenti ed il programma di dismissioni determineranno una crescita del free cash flow medio annuo 2014-2015 del 20% rispetto ai valori dello scorso anno.
Obiettivo taglio capacità raffinazione aumentato a oltre il 50%
Eni incrementa l’obiettivo di riduzione della propria capacità dal 35% a oltre il 50%, conseguibile attraverso la conversione di una parte degli impianti di raffinazione in Italia e all’ulteriore riduzione della presenza nel resto dell’Europa. Questo consente di confermare per il settore Refining&Marketing il breakeven del flusso di cassa operativo a fine 2015 e dell’Ebit al 2016 malgrado il peggioramento dello scenario.