Eni, per il momento niente accordo in Kashagan e si rafforza in Libia
Niente Kashagan per Eni? Pazienza, il Cane a sei zampe se ne va in Libia. In realtà Eni in Libia c’era già da anni e lì, proprio grazie a una presenza consolidata, si è guadagnata lo scettro di principale operatore straniero del Paese, con 250 mila barili al giorno circa di produzione di sua spettanza. E’ di ieri l’annuncio della decisione di rafforzarsi ulteriormente, per merito del raggiungimento con la società petrolifera di stato libica, Noc, di un accordo che consolida ed espande ulteriormente la collaborazione strategica iniziata nel 1959. L’accordo in questione, come si apprende da una nota stampa diramata dal gruppo guidato da Paolo Scaroni, “consentirà a Eni di aumentare notevolmente la propria produzione di gas e petrolio in Libia, garantendo maggiore sicurezza energetica all’Italia e consentendo alla società lo sviluppo a lungo termine di giacimenti collocati nei bacini più prolifici del Paese”. L’investimento complessivo è stimato in circa 28 miliardi di dollari in un periodo di 10 anni.
In particolare, Noc ed Eni hanno raggiunto l’accordo per convertire gli attuali contratti petroliferi nel più recente modello contrattuale denominato Epsa IV, con una durata rinnovata per 25 anni dal gennaio 2008. Considerate inoltre le estensioni previste dal contratto, le nuove scadenze sono il 2042 per la produzione di petrolio e il 2047 per il gas. Le due società attive nel settore petrolifero, dopo avere completato di recente lo sviluppo dei due più importanti giacimenti della Libia, El Feel (Elephant) e il Western Libya Gas Project, hanno definito un piano di iniziative con l’obiettivo di sfruttare al meglio il potenziale della Libia in materia di idrocarburi. In particolare, esse concentreranno i propri sforzi per massimizzare la produzione dai loro giacimenti storici attraverso l’applicazione di programmi avanzati e delle più sofisticate tecnologie per il recupero assistito degli idrocarburi e daranno il via ad una nuova campagna di perforazione di campi vicini. Noc ed Eni continueranno a esplorare l’area offshore NC41 e daranno ulteriore slancio, allo stesso tempo, all’hub di Mellitah, espandendone la capacità di export del gas da otto a 16 miliardi di metri cubi all’anno. L’espansione sarà raggiunta attraverso l’ampliamento della capacità di trasporto verso l’Italia del gasdotto Greenstream di tre miliardi di metri cubi all’anno e la costruzione di un nuovo impianto da cinque miliardi di metri cubi annui di gas naturale liquefatto destinato al mercato mondiale.
E mentre per il maxi-giacimento kazako si continua a negoziare, l’amministratore delegato Scaroni ci ha tenuto a sottolineare che la Libia per Eni non soltanto “è un Paese molto importante” ma rappresenta anche “molto più di Kashagan”. Infatti, in Libia il colosso del Cane a sei zampe estrae “290mila barili al giorno, che sono il 20% della nostra produzione totale, mentre Kashagan fino al 2015 porterà 50mila barili”.
Intanto a Piazza Affari, mentre ieri ha archiviato la giornata con un leggero rialzo dello 0,30%, Eni questa mattina nelle prime battute viaggia leggermente sottotono, attestandosi a 26,58 euro e lasciando sul terreno lo 0,37%.