Notizie Notizie Italia Rapporto Caritas-Zancan, scatta l’allarme sul rischio povertà

Rapporto Caritas-Zancan, scatta l’allarme sul rischio povertà

16 Ottobre 2007 07:08

La Caritas durante la presentazione dell’ultimo Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia lancia l’allarme per le famiglie a rischio povertà. L’ultimo Rapporto dell’Istat sulla povertà nel Belpaese indica che sono in stato di povertà 2,623 milioni di famiglie, corrispondenti a 7,537 milioni di persone, cioè il 12,9% della popolazione, di cui i due terzi vivono al Sud. Un dato che è rimasto “sostanzialmente stabile” negli ultimi cinque anni. Tuttavia, l’elemento di novità emerso dalle diverse inchieste sulla povertà degli ultimi anni è l’aumento numerico non di famiglie povere, bensì di famiglie non computabili come povere solo perché le loro risorse finanziarie sono appena sopra la linea della povertà, ossia la superano per una somma esigua che va da 10 a 50 euro al mese. Si tratta appunto delle famiglie “a rischio di povertà”, che secondo i calcoli dell’Istat sarebbero oltre 900 mila. Esse arrivano con difficoltà alla fine del mese e sono costrette a indebitarsi e a ricorrere ai centri assistenziali, nonostante che abbiano un lavoro e un reddito.


L’impiego di una linea standard per stimare chi è povero e chi non lo è semplifica molto i confronti, ma non evidenzia i confini mobili del fenomeno. Come emerge dal Rapporto Caritas-Zancan, un approccio multidimensionale al problema povertà, che non tenga conto solo dell’aspetto monetario, evidenzia che se la povertà non è aumentata, è cresciuta l’insicurezza delle famiglie italiane per la preoccupazione di non essere in grado di far fronte a eventi negativi come per esempio l’improvvisa malattia, associata a non autosufficienza, di un familiare, o l’instabilità del rapporto di lavoro, o gli oneri finanziari sempre maggiori.


Come sottolinea il Rapporto Caritas-Zancan a comportare un maggiore rischio di povertà è anzitutto l’allargamento familiare: avere tre figli da crescere significa un rischio di povertà pari al 27,8%, e nel Sud questo valore sale al 42,7%. Il passaggio da tre a quattro componenti espone quattro famiglie su dieci alla possibilità di essere povere. Appartenere a una famiglia composta da cinque o più componenti aumenta il rischio di essere poveri del 135%, rispetto al valore medio dell’Italia. Andando a sviscerare i dati sulla povertà di fine 2005, si vede che se il 14,7% delle famiglie arrivava a fine mese con molte difficoltà, queste difficoltà erano maggiori per le famiglie con cinque o più componenti (22,5%) e per quelle unipersonali (16%); le famiglie monoreddito (18,7%); le coppie con 3 o più figli (23,5%); le famiglie monogenitoriali (19,4%). L’incapacità di sostenere una spesa necessaria ma imprevista riguardava il 28,9% delle famiglie italiane e in particolare le famiglie unipersonali (35,6%), anziani sopratutto, e quelle con cinque e più componenti (33,5%); le famiglie monoreddito (37,8%); le famiglie con due minori (32,9%); quelle con un anziano (33,3%).


“I dati divulgati dalla Caritas – commenta il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – sono preoccupanti e confermano, attraverso l’esperienza quotidiana sul fronte del disagio sociale, lo scenario descritto nel corso degli ultimi anni dalle ricerche e dalle analisi dell’Eurispes”. “Abbiamo più volte denunciato – prosegue Fara – come la nostra sia ormai diventata l’Italia dei poveri in giacca e cravatta: di quanti, moltissimi tra i cittadini, si trovano a subire non più la sindrome della quarta settimana, ma quella terza settimana”. Ecco perché proprio ieri, 15 ottobre, l’Eurispes ha inviato alla Commissione Programmazione Economica e Bilancio del Senato della Repubblica una proposta di emendamento all’art.44 del Dl n.159. “La proposta – spiega il presidente dell’Eurispes – vuole sostituire le modeste ed inique misure a favore di milioni di individui poveri, e a rischio povertà, con misure più congrue e soprattutto mirate, nel rispetto dei limiti di spesa, alle famiglie in condizione di vera povertà e di grave disagio. Indirizzare la spesa pubblica a questa tipologia di famiglie è auspicato infatti degli studi più recenti dell’Eurispes, dalle organizzazioni delle famiglie e della solidarietà, e da ultimo dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nella recentissima audizione in Parlamento. La proposta tecnica è stata elaborata, dal nostro Osservatorio sulla spesa sociale guidato da Massimo Saraz, già consigliere governativo per le politiche sociali e l’immigrazione e dirigente generale Inps, membro della Commissione di indagine sulla povertà”.