ENI: meno investimenti, ma produzione in crescita. Conferma dividendo
Il piano strategico 2017-2020 di ENI presentato alla comunità finanziaria a Londra segna tra i punti più significativi la conferma della stima di crescita della produzione nonostante una riduzione dei costi operativi.
Il tasso di crescita medio del trienno (CAGR) è atteso al 3% annuo. Particolarmente significativa la crescita attesa nell’anno in corso, il 2017, dove la produzione dovrebbe salire del 5% rispetto al dato 2016.
“La produzione di idrocarburi è attesa in crescita del 3% all’anno nel periodo 2017-2020 e sarà realizzata principalmente attraverso il progressivo incremento di progetti già attivi e l’avvio di nuovi progetti, oltre all’ottimizzazione della produzione, elementi che forniranno un contributo totale di circa 850 mila barili di olio equivalente entro il 2020” sottolinea una nota societaria.
Il Piano di investimenti è focalizzato su progetti ad alto valore e con rapidi ritorni e sullo sviluppo di progetti convenzionali.
Il Capex, ossia le spese per capitale in investimenti di circa 31,6 miliardi di euro rappresenta una riduzione dell’8%, a un tasso di cambio costante, rispetto al Piano precedente. La voce riguarda principalmente il portafoglio Upstream, la riprogrammazione delle attività di progetto e la rinegoziazione di contratti.
Un aspetto fondamentale rimane quello legato all’esplorazione: nel periodo 2017-2020 ENI prevede nuove scoperte per 2-3 miliardi di barili di petrolio equivalente, quasi il doppio delle scoperte del piano precedente, grazie alla perforazione di circa 120 pozzi in oltre 20 Paesi. Il tutto realizzato nonostante una riduzione degli investimenti (Capex) pari al 10% dell’esplorazione.
Il break-even medio, ossia il punto di pareggio per i nuovi progetti è ora pari a circa 30 dollari al barile.
70$ barile stima prezzo petrolio nel 2020
“Dopo due anni di bassi investimenti e di sfiducia nell’industria del petrolio a livello globale, ora ci attendiamo un lento aumento dei prezzi del petrolio fino a 70 dollari al barile nel 2020”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Claudio Descalzi, amministratore delegato di ENI che sottolinea come la società continuerà ad avere un approccio prudente, mantenendo la Capex cash neutrality sotti i 45 dollari al barile medi nei 4 anni del Piano. “La flessibilità finanziaria garantirà la sostenibilità della nostra politica di remunerazione in uno scenario di prezzi del petrolio bassii e ci permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno se lo scenario economico migliorerà” ha dichiarato Descalzi.
Proposta dividendo 2017 confermata a 0,80 euro per azione
ENI conferma inoltre la propria politica di distribuzione progressiva, in linea comn la crescita degli utili e con la variabilità dello scenario di riferimento.
Alla luce del processo di trasformazione del Gruppo, e gli obiettivi definiti, ENI dichiara di aver intenzione di confermare per il 2017 un dividendo pari a 0,80 euro per azione, interamente pagato per cassa. “ENI sta realizzando un portafoglio ad alto valore, grazie al quale poter cogliere le opportunità che uno scenario positivo potrà offrire o sostenere la creazione di valore in caso di uno scenario negativo”.
Nuove dismissioni per 5-7 miliardi di euro
Interessante anche la voce relativa alle dismissioni che sono previste a 5-7 miliardi entro la fine del periodo di riferimento.
Il nuovo piano di dismissioni punta a “realizzare circa 5-7 miliardi di euro principalment attraverso la diluizione degli asset di esplorazione, in linea con la nostra strategia di dual exploration” come avvenuto per esempio in un recente passato a Zohr.
Titolo vola in Borsa (+3%) si riporta in area 15 euro
Il mercato mostra di apprezzare i dati di bilancio e il Piano Strategico della annunciato dalla società. L’azione in Borsa questa mattina si è riportato in prossimità dei 15 euro, segnando a quota 15,02 euro il massimo da fine gennaio con un progresso superiore ai 3 punti percentuali.