Notizie Notizie Italia Eni: le attese sul 3° trimestre, conti in uscita il 25 ottobre

Eni: le attese sul 3° trimestre, conti in uscita il 25 ottobre

18 Ottobre 2024 16:59

Eni presenterà i risultati del terzo trimestre 2024 il 25 ottobre, all’indomani del Cda. Secondo JPMorgan, la società italiana rappresenta una delle scelte migliori nel settore oil & gas e nel prossimo futuro potrà beneficiare dell’ulteriore riduzione dell’indebitamento, grazie al piano di dismissioni. Nel frattempo, prosegue il dialogo con potenziali investitori per il business CCS.

Le proiezioni per il terzo trimestre di Eni

Le stime raccolte da Bloomberg prevedono mediamente ricavi per 20,42 miliardi di euro, in diminuzione dell’8,5% su base annua, un Ebitda in discesa del 7,4% a 4,43 miliardi e un Ebit adjusted a 2,38 miliardi (-20,9%).

Il segmento Exploration & Production (E&P) dovrebbe contribuire con 2,26 miliardi, il Global Gas & LNG Portfolio (GGP) con 212 milioni e Enilive & Plenitude con 177 milioni.

L’utile netto è stimato a circa 1,15 miliardi (-40%), con un EPS di 0,35 euro. L’indebitamento netto al 30 settembre è previsto a 17,3 miliardi.

La valutazione di JPMorgan

JPMorgan ha assegnato a Eni un rating “overweight” con un target price di 18 euro, il più alto tra le stime degli analisti. Eni raccoglie 20 raccomandazioni di acquisto (buy) e 8 di mantenimento (hold), con un prezzo obiettivo medio di 16,65 euro e un potenziale di crescita del 18% circa.

La banca ritiene che il portafoglio di Eni, concentrato su petrolio e gas, insieme a una struttura di costi favorevole, supporti una crescita annuale del 2%. L’acquisizione di Neptune rafforza la capacità produttiva, mentre il segmento GGP dovrebbe garantire un Ebit stabile di 900 milioni di euro. Plenitude, valutata 10 miliardi, conferma le buone performance nella transizione energetica. Il free cash flow (FCF) per il 2024/25 è previsto al 12,9%, superiore alla media del settore.

Focus sulla riduzione del debito

Per JPMorgan, i risultati del terzo trimestre saranno solidi ma non eccezionali, con un utile netto atteso di 1,2 miliardi di euro e un flusso di cassa operativo di 3 miliardi. Il segmento GGP dovrebbe registrare un Ebit di 190 milioni di euro. La cessione di quote di minoranza nelle attività del gruppo è cruciale per la strategia di riduzione del debito.

JPMorgan prevede un calo del rapporto debito/capitale sotto il 20% per fine anno, con una possibile riduzione al 15% entro il 2025. La guidance sul flusso di cassa adjusted potrebbe essere rivista a 14 miliardi di euro (da almeno 14 miliardi), mentre il programma di buyback potrebbe essere ampliato a 1,8-1,9 miliardi.

Secondo Intesa Sanpaolo, Eni dovrebbe confermare le previsioni per l’anno fiscale 2024 (produzione a 1,69-1,71 Mboe/giorno, Ebit rettificato pro-forma a circa 15 miliardi di euro e CFFO a  oltre 14 miliardi di euro).

Rischi legati ai prezzi di petrolio e gas

I principali rischi per Eni sono legati all’andamento dei prezzi di petrolio e gas naturale, oltre che ai margini di raffinazione. I fattori geopolitici in Medio Oriente e l’andamento della domanda cinese restano sotto osservazione.

Anche un differenziale negativo tra PSV e TTF potrebbe danneggiare la redditività nel settore gas e power.

Eni dialoga su cessione nel business CCS

Intanto, Eni è in trattative con investitori per vendere una quota di minoranza nella divisione di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), seguendo la strategia già adottata con Plenitude ed Enilive.

La società ha ricevuto diverse offerte non vincolanti e punta a concludere la trattativa entro l’inizio del 2025. Le attuali attività CCS includono progetti in Regno Unito, Italia e Olanda, ma questa tecnologia, considerata cruciale per ridurre le emissioni dell’industria, resta costosa e non ancora testata su larga scala.