Notizie Notizie Italia ENI, Enel e le altre: chi vince in Borsa mentre impazza la guerra del gas?

ENI, Enel e le altre: chi vince in Borsa mentre impazza la guerra del gas?

31 Agosto 2022 18:11

Continua ad essere sotto pressione il settore energetico sia a livello nazionale che in ambito internazionale. Sul fronte del gas, Gazprom ha interrotto oggi i flussi di Mosca tramite il gasdotto Nord Stream 1 per una manutenzione straordinaria di tre giorni, ma questo non fa altro che accrescere i timori circa uno stop totale dell’erogazione di gas russo verso l’Europa (prima dello stop odierno i flussi erano al 20% del totale). E’ evidente che Mosca stia usando, ormai da diversi mesi, il gas come arma di guerra contro le sanzioni occidentali e di recente la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, chiedendo agli Stati membri una riduzione del 15% del consumo di gas, ha dichiarato che l’Europa deve essere pronta a una potenziale interruzione totale del gas russo.

I Paesi del Vecchio Continente sono molto in difficoltà a causa di questa crisi energetica che nel caso più drammatico potrebbe arrivare a costringere migliaia di imprese europee a bloccare o limitare fortemente le loro attività produttive con fortissime ripercussioni sulla tenuta socioeconomica del Vecchio Continente. Questo clima di incertezza produce i suoi nefasti effetti sul prezzo del gas che continua a rimanere fortemente alto e volatile.

Nell’arco di due mesi il gas Ttf (benchmark europeo), come vediamo dal grafico del future di settembre, è passato dai circa 80 €/Mwh di inizio giugno agli attuali 270 €/Mwh con uno spaventoso incremento di oltre il 240%. Questo logicamente si ripercuote sull’andamento del prezzo dell’energia elettrica che in Italia ha raggiunto il suo picco massimo ad agosto 2022 quando il Pun (Prezzo Unico Nazionale) è arrivato a 0,7064 €/kWh, in aumento di oltre il 1000% rispetto allo 0,061 €/kWh segnato a marzo 2021.

Boom di profitti per i colossi dell’energia

Se da una parte le bollette stanno diventando sempre più pesanti per famiglie e imprese, dall’altra il rincaro di gas e petrolio da un forte impulso ai conti delle società energetiche e a riguardo come si stanno comportando i colossi europei per fronteggiare l’emergenza energetica? In Italia Eni ha chiuso un semestre molto positivo, con un utile netto rettificato che è salito di oltre sei volte (7,08 miliardi di euro) rispetto al primo semestre del 2021. In borsa da inizio anno il gruppo guidato dall’Ad Claudio Descalzi si trova, nonostante il recente rimbalzo, ancora sotto la parità (-0,57%), sovraperformando ampiamente l’indice Ftse Mib (-19,68% Ytd) ma sottoperformando l’indice EuroStoxx Energy che da inizio anno si trova in rialzo di oltre il 10%. Il gruppo del Cane a sei zampe si sta muovendo per implementare l’ambizioso obiettivo di rendere l’Italia indipendente dal gas russo entro il 2024 e questo anche grazie allo sviluppo di accordi per aumentare le forniture di gas da Algeria, Egitto e Congo. Inoltre, Eni sta inoltre investendo nella sua controllata green, Plenitude.

Pieno di ricavi anche per Enel che nel primo semestre 2022 ha registrato un aumento dei ricavi del +85,3% rispetto allo stesso periodo del 2021 e questo grazie alle “maggiori quantità di energia elettrica e gas vendute a prezzi medi crescenti e per le maggiori quantità di energia elettrica prodotte”. Nonostante i grossi profitti, in Borsa Enel sta ancora soffrendo trovandosi a quota 4,78 euro, con un calo da inizio anno del 32%.

I maggiori volumi di vendita di gas hanno spinto anche i ricavi di Edison, tra le più antiche società energetiche europee, che ha chiuso i primi sei mesi del 2022 con 13,2 miliardi di euro di ricavi e 201 milioni di utile netto.

Sempre con riferimento al mercato italiano e sempre grazie all’incremento dei prezzi delle materie prime energetiche, la lombarda A2A ha registrato un aumento del +141,5% dei ricavi saliti a quota 9,79 miliardi di euro. Ma anche Terna e Snam, entrambe controllate da Cdp e che gestiscono le principali infrastrutture energetiche del nostro Paese hanno registrato anch’esse un incremento di utili e ricavi.

Tra le major utility europee boom di ricavi anche per Shell che ha più che raddoppiato i profitti rispetto ad un anno fa e l’Ad Van Beurden ha ribadito che il gruppo continuerà ad investire nella sicurezza energetica e nella transizione energetica.

Nonostante i molti elementi di preoccupazione negli ultimi giorni il prezzo del gas, pur rimanendo storicamente molto elevato, ha subito un’importante diminuzione e al momento si muove in area 246 €/Mwh, -20,7% dal massimo storico raggiunto con la seduta del 26 agosto in cui è arrivato sopra i 330 €/Mwh. Il recente calo è stato favorito dall’annuncio da parte della Germania di aver raggiunto un buon livello di riempimento degli stoccaggi di gas, oltre che le sempre più frequenti voci favorevoli all’ipotesi del price cap, un tetto europeo ai prezzi del gas.