Eni, conti e update piano in vista. Equita taglia stime sull’utile e tp

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Manca ancora qualche settimana prima che la stagione di trimestrali di Piazza Affari prenda il via, ma gli analisti hanno già iniziato ad aggiustare le loro stime in vista dei risultati. Tra le big del Ftse Mib, una delle società più interessanti sarà come di consueto Eni, che diffonderà i conti il 27 febbraio (Cda il giorno precedente, 26 febbraio), insieme all’aggiornamento del piano industriale. Ecco le attese degli analisti e il consensus del Gruppo.
Le stime del mercato sui conti di Eni
Il consensus raccolto da Bloomberg indica ricavi per 19,85 miliardi di euro, in flessione del 19,4% su base annua. L’Ebitda è previsto in discesa del 12,3% a 4,171 miliardi e l’Ebit in diminuzione di oltre il 20% a 2,198 miliardi. A livello di utile netto è atteso un calo del 33% a 1,09 miliardi.
Nel dettaglio, gli analisti prevedono nel segmento E&P ricavi per 5,07 miliardi e un Ebit adjusted di 2,025 miliardi, con una produzione pari a 1,696 milioni di barili al giorno. Nel business GGP (Global Gas & LNG Portfolio) il consensus indica entrate per 3,26 miliardi e un utile operativo rettificato di 233 milioni, mentre Enilive dovrebbe chiudere il trimestre con 6,2 miliardi di ricavi e 262 milioni di Ebit adjusted.
Le stime per il full year mostrano ricavi attesi per 89,07 miliardi di euro, un Ebitda di 18,7 miliardi e un utile netto adjusted di 4,64 miliardi.
L’outlook 2024 di Eni
La guidance del Gruppo indica per il segmento E&P (Exploration & Production) una produzione di idrocarburi annuale di 1,70 milioni di barili al giorno e nel GGP un EBIT proforma adjusted di €1,1 miliardi a fine anno.
Per quanto riguarda Enilive e Plenitude è stato confermato l’Ebitda proforma adjusted di circa €1 miliardo per ciascun segmento.
A livello consolidato, gli obiettivi di Ebit proforma adjusted e flusso di cassa (CFFO adjusted ante variazione del capitale circolante) sono pari rispettivamente a €14 miliardi e a €13,5 miliardi.
Equita più pessimista sull’utile netto
Equita Sim stima un calo più marcato dell’utile netto, pari al 39%, principalmente a causa dello “scenario meno favorevole dei prezzi degli idrocarburi”, con un prezzo medio di 75 dollari al barile per il petrolio Brent (-9 dollari su base annua) e di €43,5/MWh per il gas (+€2,5/MWh).
Gli analisti si aspettano “una performance negativa del business downstream – raffinazione e chimica – a seguito della prosecuzione della debolezza dei margini”, con una perdita operativa attesa di €258 milioni.
La Sim ritiene che Eni possa raggiungere l’obiettivo di Ebitda di €2 miliardi complessivi per Plenitude ed Enilive, mentre la performance dela divisione GGP & Power dovrebbe rimanere solida, seppur in calo, grazie alla volatilità del prezzo del gas.
Nel complesso, Eni può “centrare le guidance operative del full year 2024 escludendo l’effetto scenario, il quale dovrebbe invece incidere negativamente”. Inoltre, prevedono una conferma della crescita “high single digit” degli utili nel nuovo piano 2025-28 (sempre al netto dello scenario sfavorevole).
Prevalenza di “buy” fra gli analisti
Equita ha confermato il “buy” su Eni ma ha tagliato il target price da 18 a 17 euro, in scia alla riduzione delle stime sull’Eps 2024 (-11%) e 2025 (-5%), prevalentemente a causa del downstream (raffinazione e chimica). La view sul mercato petrolifero, con un prezzo previsto intorno agli 80 dollari al barile per il Brent, è meno pessimista rispetto ai 70$ del consensus.
I giudizi su Eni si dividono tra 16 “buy” e 14 “hold” (nessun “sell”), con un target price medio di 16,2 euro e un rialzo potenziale del 15% circa rispetto alle quotazioni attuali.
Focus sul nuovo piano 2025-28
L’attenzione degli investitori è rivolta soprattutto ai target e alle indicazioni del nuovo business plan, con riferimento in particolare a marginalità, debito e politica di distribuzione dei dividendi.
Focus anche sul piano di dismissioni di Eni e sulla cessione di partecipazioni di minoranza nelle molteplici attività del Gruppo, che adotta un modello satellitare in grado di ridurre l’assorbimento di capitale a vantaggio degli azionisti. L’ingresso di altri investitori permette di valorizzare al meglio le business unit, ridurre l’indebitamento e migliorare il profilo finanziario del Gruppo. In tal senso, si attendono offerte per una quota nella divisione di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), per seguire la strategia già adottata con Plenitude ed Enilive.
Sotto osservazione anche l’outlook relativo ai mercati del petrolio e del gas, che nell’ultimo periodo sono stati caratterizzati da forti oscillazioni dei prezzi.