Eni cede quota in Mozambico per 2,8 miliardi di dollari, titolo reagisce male
Poco oltre la timeline dettata dall’ad Claudio Descalzi, Eni porta a termine anche la parziale dismissione delle quote (farm-out) nell’offshore del Mozambico (Area 4 nel bacino di Rovuma), che segue quella di fine 2016 relativa all’Egitto.
Il piano 2017-2020 di Eni prevede dismissioni per 5-7 miliardi di dollari, principalmente attraverso la diluizione degli asset di esplorazione.
A Piazza Affari il titolo Eni viaggia in calo di oltre il 2% complice la debolezza del petrolio, sceso oggi sotto i 50 dollari per la prima volta da dicembre.
Exxonmobil rileva quota del 25%
ExxonMobil acquisterà da Eni una partecipazione del 25% da Eni nell’Area 4, nell’offshore del Mozambico a un prezzo di circa 2,8 miliardi di dollari. L’acquisizione sarà completata dopo la soddisfazione di una serie di condizioni sospensive, tra cui l’approvazione da parte delle autorità del Mozambico e di altri enti regolatori.
Eni possiede indirettamente una quota del 50% nel blocco attraverso una partecipazione del 71,4% in Eni East Africa, la quale a sua volta detiene il 70% della concessione Area 4.
A seguito del completamento della transazione, Eni East Africa sarà controllata pariteticamente da Eni ed ExxonMobil, ciascuna con il 35,7%, mentre CNPC deterrà il 28,6%. Le rimanenti quote nell’Area 4 sono detenute da Empresa Nacional de Hidrocarbonetos E.P. (ENH 10%), Kogas (10%) e Galp Energia (10%).
Descalzi: modello dual-exploration ci ha permesso di incassare oltre 9 mld in 4 anni
“Questo accordo rappresenta una prova evidente della nostra strategia di esplorazione basata sulla rapida monetizzazione delle nostre scoperte esplorative, come parte del nostro modello di dual-exploration – rimarca l’amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi – . Grazie a questo approccio, Eni è stata in grado di realizzare oltre 9 miliardi di dollari negli ultimi 4 anni. Questo accordo conferma inoltre l’assoluta qualità dell’intero progetto, sia dal punto di vista delle sue potenzialità sia da quello della sua solidità tecnica e finanziaria”.
Eni continuerà a gestire il progetto Coral Floating LNG e tutte le operazioni upstream nell’Area 4, mentre ExxonMobil guiderà la costruzione e la gestione degli impianti di liquefazione di gas naturale a terra. Questo modello operativo consentirà l’utilizzo delle migliori competenze tecniche sia di Eni sia di ExxonMobil, ognuna delle quali si concentrerà su ambiti distinti e scopi chiaramente definiti pur mantenendo i vantaggi di un progetto completamente integrato.
A dicembre 2016 Eni aveva annunciato il perfezionamento della cessione a Rosneft di una quota del 30% della concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr, per 1,125 mld di dollari.