Eni cede 30% giacimento Zohr, titolo festeggia con sponda rally petrolio
Eni finalizza la prima delle due importanti cessioni di quote dei suoi maxi-giacimenti in Africa. Il gruppo del cane a sei zampe ha anunciato questa mattina l’accordo per la cessione a Rosneft di una quota del 30% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr. Eni, attraverso la sua controllata IEOC, detiene attualmente una quota di partecipazione nel blocco del 90% dopo la recente cessione di un primo 10% a BP, in fase di completamento.
Rally del titolo
La cessione della quota in Zohr, attesa dal mercato a cavallo tra fine 2016 e inizio 2017, fa correre il titolo Eni che sale questa mattina di oltre il 3% a quota 14,71 euro sostenuto anche dal balzo delle quotazioni del petrolio a seguito dell’accordo tra paesi Opec e non Opec per tagliare i livelli produttivi.
L’accordo con Rosneft
La vendita della quota del 30% avverrà a un corrispettivo di 1.125 milioni di dollari e il rimborso pro quota da parte di Rosneft degli investimenti già effettuati, pari a oggi a circa 450 milioni di dollari. Inoltre, Rosneft avrà un’opzione per l’acquisto di un’ulteriore 5% di partecipazione alle medesime condizioni.
Il giacimento di Zohr, situato nella concessione di Shorouk, è stato scoperto da Eni nell’agosto del 2015 ed è il più grande giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo, con un potenziale complessivo a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto. A febbraio 2016 era stato completato l’iter autorizzativo per lo sviluppo del giacimento, mentre il primo gas è previsto entro la fine del 2017.
Tempi brevi anche per cessione quota in Mozambico
L’operazione rientra nella strategia di “dual exploration” che consiste nel perseguire, in contemporanea al rapido sviluppo delle riserve scoperte, la loro parziale diluizione al fine di anticipare la monetizzazione del loro valore. Con questa transazione gli incassi complessivi realizzati negli ultimi quattro anni in applicazione del “dual exploration model” saranno pari a circa 6,3 miliardi di dollari.
Lo scorso mese l’ad di Eni, Claudio Descalzi, aveva auspicato di concludere il processo di cessione delle quote nei giacimenti in Mozambico ed Egitto entro la prossima Strategy di febbraio 2017 e inserirne almeno uno nei conti 2016 pro-forma.