Eni alla prova del mercato dopo la recente risalita in Borsa. Snam, Libia e Iran i temi caldi
Eni tema caldo a Piazza Affari. Il colosso petrolifero è impegnato su più fronti: la separazione da Snam, il ritorno alla piena produttività in Libia, le tensioni in Iran. Negli ultimi mesi l’azione del Cane a sei zampe ha dato parecchie soddisfazioni agli investitori: +7% da inizio anno e +40% dai minimi toccati lo scorso settembre. Oggi a Piazza Affari il titolo mostra un progresso di oltre 1 punto percentuale a 17,37 euro, mentre la controllata Snam segna una flessione dello 0,85% a 3,235 euro.
La separazione da Snam
Dopo anni di attesa sembra essere arrivata al capolinea la storia della separazione tra Eni e la rete della distribuzione del gas. Entro sei mesi il Governo dovrà emanare un decreto con le linee guida per la riduzione della quota di Eni in Snam sotto il 20% dall’attuale 52%. Il gruppo guidato da Paolo Scaroni avrà poi 24 mesi per applicarne le direttive, quindi l’operazione dovrebbe completarsi entro due anni e mezzo. Scaroni intende vendere la partecipazione e reinvestire i proventi nel segmento Exploration & Production. “L’operazione ci sembra nel complesso positiva per Eni”, scrivono gli analisti di Equita secondo cui “libera risorse e focalizza il gruppo sull’E&P, riducendo lo sconto holding/conglomerato che il mercato probabilmente applica per la presenza in business regolati”.
Il candidato ideale per il controllo di Snam resta la Cassa Depositi e Prestiti, “che riteniamo potrebbe acquisire il 30% attraverso un’unica soluzione o con quote scaglionate nel tempo” ipotizza la sim milanese. Un’altra ipotesi potrebbe contemplare la discesa di Eni al 20% attraverso cessioni di quote sia sul mercato sia alla CDP. “La visibilità sulle tempistiche è scarsa e non vi è nessun dettaglio sulle modalità dell’operazione”, fa però notare Intermonte che alza comunque il target price di Eni a 22 da 21 euro “assumendo il 50% di possibilità che l’operazione sia gestita entro fine anno, con graduale chiusura dello sconto valutativo di Eni verso i competitor”.
Ma il titolo ha ancora spazio per salire?
Dopo la brillante performance degli ultimi mesi il titolo Eni ha ancora spazio per salire? La risposta di Equita lascia spazio a qualche dubbio. Secondo gli esperti, la recente overperformance ha già incorporato la separazione da Snam infatti “ci aspettiamo limitati impatti sul rating e costo del finanziamento, mentre vediamo uno spazio limitato per extra-dividendi visti i piani di investimento nell’E&P”. Fin qui quello che il mercato ha già scontato, ma “un’ulteriore overperfomance potrebbe arrivare dal newsflow sull’E&P, a partire dall’aggiornamento sul pieno ripristino della produzione libica e sulla campagna esplorativa in Mozambico, attesa entro fine gennaio”.
Libia e Iran
La produzione in Libia, come confermato durante la recente visita di Scaroni a Tripoli, è già tornata intorno ai 260 mila barili al giorno, ovvero al 96% dei livelli pre-conflitto (270 mila barili). Entro fine 2012 l’obiettivo di Eni è di raggiungere i 300 mila barili al giorno. Per quanto riguarda l’Iran, secondo indiscrezioni riportate dalla Reuters gli ambasciatori dell’Unione Europea avrebbero trovato un accordo per imporre un embargo sulle importazioni di petrolio iraniano. Per la piena implementazione dell’intesa bisognerà però attendere fino al 1° luglio. Da ricordare però che l’Iran ha un contributo marginale e calante sulla produzione di Eni, pari a circa l’1%.