Elliott attacca ancora: con Vivendi il titolo Telecom è sprofondato del 35%. Ma da Genish zero aperture
E’ sempre più muro contro muro tra Elliott Management e i francesi di Vivendi a pochi giorni dall’assemblea Telecom Italia del 24 aprile. Il fondo attivo guidato da Paul Singer ha risposto punto per punto a quanto affermato da Vivendi due giorni fa circa la gestione in Telecom.
Elliott sottolinea come dall’arrivo dei francesi in cda a fine 2015 il titolo Telecom ha ceduto oltre il 35% (dati al 5 marzo 2018, ossia prima che Elliott entrasse in azione su Tim), sottoperformando del 20% lo Stoxx Europe 600 Telecommunications index. Inoltre accusa i francesi di aver agito principalmente nel loro interesse e riafferma la necessità di un cda realmente indipendente che metta al primo posto gli interessi degli azionisti al fine di migliorare la governance e le performance.
“Sotto il controllo di Vivendi – attacca Elliott in una nota diffusa questa mattina – TIM ha registrato una persistente sottoperformance in Borsa, fatto ripetuti passi falsi strategici, operato senza riguardo per la corretta governance e ha esibito numerosi conflitti di interesse”.
Genish non si scompone: unico asset cedibile è Sparkle
Parallelamente oggi arrivano anche le nuove parole del ceo di Telecom, Amos Genish, che conferma la posizione di Vivendi circa le prospettive strategiche per la tlc italiana. L’unico asset che può essere ceduto è Sparkle, mentre Inwit e gli asset in Brasile sono ritenuti strategici. Genish, intervistato da Il Sole 24 Ore, non si sbilancia circa la fusione della rete Tim con Open Fiber: Dipende dal valore del business. Noi siamo sempre favorevoli al consolidamento, siamo aperti a discuterne”. Genish ha poi sottolineato come il ceo di Enel al momento si è sempre mostrato non interessato a questo scenario.
A Piazza Affari il titolo Telecom Italia, salito di oltre il 15% nelle ultime 6 settimane, oggi segna un progresso di oltre l’1% in area 0,86 euro.