Spread ai minimi dal 2016 nel giorno della Casellati. Inflazione bassa permette a Bce di comprare tempo
Nuovo restringimento dello spread BTP-Bund sceso di slancio sotto quota 120 (toccato un minimo a 118 pb) nel giorno del conferimento da parte di Mattarella dell’incarico esplorativo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Poche chance per la Casellati, mercato guarda con maggior favore a un governo M5S-Pd
La Casellati dovrà verificare l’esistenza o meno della possibilità di un’intesa tra M5S e centrodestra, che non rappresenta la soluzione più gradita agli occhi del mercato. Se l’esplorazione della Casellati avrà esito negativo, la successiva carta sarebbe quella di mandare all’avanscoperta i grillini e nelle ultime ore sembrano salire le quotazioni per un’intesa M5s-Pd con Roberto Fico (presidente della Camera, esponente del M5S) possibile candidato premier su cui potrebbero convergere anche i dem.
In tal senso può essere letta come una prima apertura l’indicazione del segretario del Pd, Maurizio Martina, sui tre punti programmatici che i dem ritengono prioritari. Mossa che i grillini hanno definito “iniziativa utile”.
Sponda ai bond periferici da debole inflazione Ue, verso Bce più attendista
Per lo spread si tratta del livello più basso da agosto 2016, mentre il tasso del BTP decennale è sceso all’1,7%, livello più basso dallo scorso 12 dicembre. Un’importante sponda per i bond periferici arriva oggi dalla revisione al ribasso dell’inflazione dell’aera euro (+1,3% annuo rispetto al +1,4% della prima lettura flash) che fa presagire un atteggiamento più attendista della Bce per quanto concerne luscita dal QE e la guidance sui tassi.
Il dato di marzo “indica che per il momento i segnali di rialzo dei prezzi interni restano poco convincenti”, afferma Anna Maria Grimaldi, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che allarga lo sguardo ai dati macro meno solidi che si sono susseguiti nelle ultime settimane andando ad allegerire le pressioni sulla Bce. L’istituto centrale guidato da Mario Draghi dovrebbe confermare la valutazione positiva dello scenario macro così come la fiducia in un ritorno duraturo dell’inflazione al target.
Tuttavia, i dati nell’ultimo mese non aumentano certo l’urgenza di modificare la comunicazione sulla politica monetaria e “se i dati economici sorprenderanno ancora al ribasso – argomenta la Grimaldi – pensiamo che la Bce manterrà inalterata la guidance sui tassi più a lungo, piuttosto che prolungare il programma di acquisto”.