Notizie Notizie Mondo Elezioni midterm Usa e Wall Street. Vittoria Repubblicani o Democratici: l’outlook di Morgan Stanley

Elezioni midterm Usa e Wall Street. Vittoria Repubblicani o Democratici: l’outlook di Morgan Stanley

7 Novembre 2022 15:19

Rimanere bullish sulla borsa Usa in attesa delle elezioni midterm Usa: parola di Michael Wilson di Morgan Stanley Investors, tra i top strategist dell’alto mondo della finanza mondiale, a cui va riconosciuto il merito di aver profetizzato il collasso di quest’anno di Wall Street.

Con i sondaggi che indicano che le elezioni midterm Usa inaugureranno la vittoria dei Repubblicani in almeno uno delle due camere del Congresso, Wilson ritiene che un esito del genere potrebbe fare da assist a un mercato caratterizzato da rendimenti dei Treasuries più bassi e da prezzi delle azioni più elevati: binomio che garantirebbe la prosecuzione del rally attuale di mercato orso. (bear-market rally).

Le elezioni midterm Usa sono alle porte: milioni di americani si recheranno domani, martedì 8 novembre, alle urne.

I loro voti decideranno chi prenderà il controllo della Camera dei Rappresentanti e del Senato e chi saranno o governatori di 36 stati americani.

Elezioni midterm: esito non immediato, volatilità sui mercati

Secondo il top strategist di Morgan Stanley Michael Wilson, una “chiara vittoria” dei Repubblicani potrebbe aumentare in modo significativo le probabilità di un congelamento della spese e di una riduzione dei livelli di deficit storicamente elevati, scatenando così un rally dell’azionario.

Wilson e il suo team ritengono invece che, prima dei risultati ufficiali delle elezioni,  dunque nei prossimi giorni e fino a quando non si conoscerà il nome del partito vincitore, , considerata anche l’attesa per la pubblicazione, nella giornata di giovedì 10 novembre, del dato sull’inflazione misurata dal CPI (indice prezzi al consumo), i mercati dovrebbero far fronte a una volatilità di breve termine.

L’ansia per la pubblicazione del dato sull’inflazione Usa è, di fatto, alta, visto che trader e investitori si stanno chiedendo se la Fed di Jerome Powell annuncerà a dicembre, nell’ultima riunione del Fomc (il suo braccio di politica monetaria) del 2022, una stretta magari inferiore a quella di 75 punti base che è stata varata la scorsa settimana per la quarta volta consecutiva. Si spera insomma in rialzi dei tassi meno aggressivi. dopo che, lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.

La frase di Jerome Powell sul rischio che il tasso terminale finisca per essere più alto di quanto precedentemente previsto, ricorda un articolo di Bloomberg che cita anche i commenti di Wilson, ha portato Wall Street a interrompere la sua recente fase di rally, al punto che l’indice S&P 500 è reduce dalla sua peggiore settimana dal mese di settembre.

Allo stesso tempo Powell ha detto che “il momento in cui rallentare il ritmo dei rialzi (dei tassi) potrebbe presentarsi in occasione del prossimo meetingo in quello successivo” e che di questo momento, ha precisato il timoniere della Fed, “si discuterà nella prossima riunione”(quella appunto di dicembre). Motivo per cui la pubblicazione giovedì 10 novembre del dato sull’inflazione è tanto più cruciale: sarà dal trend del CPI che Powell & Co inizieranno a pensare all’entità della prossima stretta sui tassi.

Elezioni midterm: post voto volatilità più con vittoria Democratici che Repubblicani

Detto questo, Wilson ha una view tattica bullish sulle azioni Usa, in quanto crede in un calo ulteriore della volatilità dei tassi (vedi fiammate e sfiammate dei rendimenti dei Treasuries Usa).

Un outlook bullish su Wall Street arriva anche dagli strategist di JPMorgan Chase & Co, che scommettono sulla possibilità che i tassi dei Treasuries tocchino finalmente il picco e che citano come fattori alla base del loro ottimismo il sentiment “molto negativo” presente sui mercati, il posizionamento degli investitori e i fattori stagionali positivi.

Tornando a Morgan Stanley, un articolo di Bloomberg fa notare che Wilson punta su uno S&P 500 a un valore tra 4.000 e 4.150 punti, intravedendo dunque la possibilità di un rally dell’indice benchmark fino a +10% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

Tuttavia, “abbiamo bisogno che anche i tassi a lungo termine inizino a scendere”, ha detto lo strategist.

Come livelli di stop loss per lo S&P 500 sono stati indicati quelli compresi tra 3.625 e 3.650. Il team di Morgan Stanley  ha consigliato inoltre ai suoi clienti di uscire dalle loro posizioni bullish nel caso in cui i tassi dei Treasuries a 10 anni dovessero testare nuovi massimi al 4,35%, fattore che ridurrebbe in modo significativo la possibilità che lo S&P 500 toccasse quota 3.950.

Un’altra nota di Morgan Stanley ricorda che molti elettori, negli Stati Uniti, avranno già dato il loro voto via posta, il che significa che, così come nel 2020, è possibile che gli investitori debbano attendere giorni per conoscere con certezza l’esito delle elezioni midterm Usa, e dunque il nome del partito che controllerà il Congresso Usa.  Gli strategist del colosso bancario americano, nel sottolineare che i sondaggi sembrano anticipare la vittoria dei Repubblicani, precisano che “è importante notare che noi non riteniamo che una vittoria dei Repubblicani si traduca in politiche che, di per sé,  possano presentarsi come fattori di catalizzazione per i mercati, in qualsiasi direzione”.

Dall’altro lato, viene fatto notare, che “un esito che certificasse l’ampliamento delle maggioranze democratiche in entrambe le Camere del Congresso smentirebbe le aspettative dei sondaggi e dei mercati. E questo risultato eroderebbe anche la convinzione che una condizione economica caratterizzata dall’inflazione – come quella attuale – sia negativa, in termini elettorali, per i Democratici”.

Di conseguenza, “gli investitori potrebbero interpretare un tale risultato (vittoria dei Democratici) come una liberazione del partito da tutti quei vincoli politici e normativi che avevano impedito al Congresso di varare alcune delle politiche fiscali espansionistiche contenute nell’agenda ‘Build Back Better’ del presidente americano Joe Biden. In questo caso – prevedono gli strategist di Morgan Stanley – i mercati potrebbero assegnare una probabilità più elevata a una ulteriore espansione fiscale, con il Congresso e la Fed che andrebbero a quel punto in direzioni opposte”. Cosa farebbero i mercati? “Le implicazioni di breve termine per i mercati potrebbero essere tassi dei Treasuries più alti e un dollaro più forte, che rifletterebbero la possibilità di un tasso terminale più alto”, come anticipato dallo stesso Jerome Powell.

Morgan Stanley ritiene in definitiva che una volatilità di breve termine post elezioni midterm sarebbe più probabile nel caso di una vittoria dei Democratici che dei Repubblicani.

Elezioni midterm: conseguenze negative mercati in 2023 con vittoria Repubblicani

Una vittoria dei Repubblicani, invece, “non scatenerebbe una volatilità di breve termine, ma potrebbe creare secondo Morgan Stanley una situazione di rischio nel 2023″.

Gli strategist motivano l’outlook con le ripetute situazioni di impasse che hanno caratterizzato il Congresso Usa a seguito delle elezioni midterm del 2010, tra tensioni per alzare il tetto del debito Usa e shutdown vari di Washington.

La situazione di stallo venne poi risolta con il Budget Control Act del 2011, che siglò l’avvio di una politica fiscale restrittiva, mentre l’economia era ancora debole.

Di fatto, quando quella legge venne approvata nell’agosto di quell’anno, il tasso di disoccupazione salì al 9%. Il risultato fu una crescita più debole e una ripresa dell’economia più lenta, che in parte spiega il motivo per cui il rialzo dei tassi venne rimandato dalla Fed al 2015.

Al momento – fa notare Morgan Stanley –  la leadership repubblicana sta indicando l’intenzione di lanciare le stesse tattiche, nel caso in cui il partito si assicurasse la maggioranza del Congresso”.

E il problema è che, “se è vero che i mercati potrebbero snobbare queste trattative ritenendole espressione di un teatrino politico, così come hanno negli ultimi anni in un contesto di condizioni economiche solide, nel caso in cui l’outlook sull’economia del 2023 dovesse peggiorare in modo inaspettato, lo spettro della legge Budget Control Act potrebbe finire per pesare su di essi”.