Elezioni Irlanda, vittoria storica Sinn Féin scatena timori populismo. Sell off su banche irlandesi. Occhio ai BTP dopo Fitch
La paura del populismo torna a colpire l’area euro, attraverso l’esito delle elezioni in Irlanda. Vittoria storica per il partito nazionalista di sinistra Sinn Féin , guidato da Mary Lou McDonald: in queste ore – i risultati del voto sono ancora parziali – si sta parlando di terremoto, di rivoluzione, di shock politico nel paese. Sinn Féin è stato il partito più votato, aggiudicandosi un sostegno pari al 24,5%. Battuti i partiti tradizionali, il Fianna Fáil (che si è aggiudicato il 22,2%) e il Fine Gael (20,9%). E’ bastato il suo successo a far scappare gli investitori dai titoli bancari irlandesi: Bank of Ireland ha ceduto fin oltre il 6%, Allied Irish Bank è scivolata di oltre -5%. Nel commentare gli smobilizzi, intervistati da Marketwatch, gli analisti della società di brokeraggio irlandese Goodboy hanno ricordato che è improbabile che le proposte più estreme di Sinn Féin diventino realtà; e questo perchè il partito non ha, nonostante la vittoria sorprendente, i numeri per governare. Esiste qualche rischio riguardo alla proposta di imporre tasse più alte alle aziende e a quella di portare la banca centrale irlandese a stabilire un tetto massimo per i tassi sui mutui. Il premier irlandese Leo Varadkar ha esciiluso un’alleanza con il Sinn Féin, parlando di opzione non praticabile e ha avvertito che, in questa situazione, “non sarà facile” formare un governo.
Ma tant’è: gli investitori hanno sentito odore di populismo e hanno scaricato i titoli delle banche irlandesi. Sotto i riflettori, ovviamente, anche i bond irlandesi, che tuttavia non sono stati scossi dai risultati parziali delle elezioni. Tutt’altro: i rendimenti dei bond irlandesi decennali hanno puntato verso il basso, attestandosi a -0,12%. Intervistato da Reuters, lo strategist sui tassi di Commerzbank Rainer Guntermann ha detto di prevedere solo una moderata pressione negativa sulla carta irlandese, visto che c’è ancora la Bce a blindare i titoli di stato dell’area euro con gli acquisti che rientrano nell’ambito del suo Quantitative easing.
Sotto i riflettori oggi ci sono anche i BTP, dopo che lo scorso venerdì Fitch ha confermato il rating sull’Italia a “BBB” e l’outlook a negativo. L’agenzia ha avvertito che l’elevato grado di frammentazione politica del paese rende difficile, per il governo, riuscire a sviluppare una strategia fiscale e di crescita credibile e capace di ridurre la mole del debito pubblico. Sul rating, ha aggiunto Ficth, pesa anche la debole qualità degli asset del settore bancario. Oggi lo spread BTP-Bund a 10 anni avanza di un punto percentuale circa, attestandosi a 137 punti base, con il rendimento che viaggia attorno allo 0,94%. Certo, come ha detto anche due giorni fa il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenendo all’Assiom Forex, sulle stime del Pil italiano “gravano rilevanti rischi al ribasso”. Visco ha citato la Brexit, le tensioni geopolitiche e le possibili conseguenze sull’economia globale del coronavirus.
Tornando all’Irlanda, nel commentare la vittoria di Sinn Féin, l’analista di KBW Daragh Quinn ha scritto in una nota che “ci vorrà qualche giorno per finire di contare i voti, e ci vorrà ancora più tempo per formare un nuovo governo”. Detto questo, “l’incertezza, unita alla possibilità che nell’esecutivo entri un partito più radicale e più populista, peserà sul trend delle banche irlandesi”.