Notizie Notizie Mondo Calo tassi di interesse reali non è una novità. Ma un trend che va avanti da 700 anni

Calo tassi di interesse reali non è una novità. Ma un trend che va avanti da 700 anni

10 Febbraio 2020 11:02

Tassi di interesse in discesa, fin sotto lo zero? In realtà, se si fa riferimento ai tassi di interesse reali, l’era di tassi in trend discendente non è una novità. Lo fa notare Paul Schmelzing, professore in visita presso la Bank of England (BOE).

Schmelzing sottolinea come, a livello globale, sono ben 700 anni che i tassi di interesse reali scendono. In media, il calo è stato dello -0,0196%, ovvero di 1,96 punti base.

 

L’economista è arrivato a questa conclusione analizzando i dati del Pil del 78% delle economie avanzate. I dati raccolti indicano che, a partire dal 1311, in media i tassi di interesse reali sono scesi dal 5,1% del 1300 al 2% del 1900, per poi calare ulteriormente all’1,3% nel periodo compreso tra il 2000 e il 2018.

Tre sono le teorie che spiegano cosa c’è alla base di questa flessione:

  • La prima spiega il trend con la crescita della produttività. Anzi, per essere più precisi, con la decrescita della produttività: fenomeno che va avanti dal 1970. Ora, la capacità di produzione di una determinata nazione è determinata da una serie di fattori, che includono la partecipazione alla forza lavoro e la produzione economica. Se la produzione scende, in base alla teoria, scendono anche i tassi di interesse reali. Una crescita della produttività minore porta ad abbassare le aspettative, infatti, sulla crescita dei salari (e dunque dell’inflazione e dei tassi). Non solo: una bassa crescita della produttività comporta minori investimenti da parte delle aziende, di conseguenza una domanda inferiore di capitale, che si traduce in tassi di interesse più bassi.
  • La seconda teoria si basa sulla demografia che, viene spiegato, può avere un impatto sui tassi di interesse reali in modi differenti. L’invecchiamento della popolazione, unito al calo della fertilità, aumenta la propensione al risparmio, fa salire le aspettative di una vita più lunga e una partecipazione alla forza lavoro più bassa. Negli Stati Uniti per esempio, i baby boomers stanno andando in pensione al ritmo di 10.000 persone al giorno, e lo stesso sta avvenendo bene o male in altre economie. La teoria suggerisce che questo fenomeno crea una pressione al ribasso sui tassi di interesse reali, visto che il numero delle persone attive nella forza lavoro diminuisce.
  • Crescita economica: una minore crescita del Pil può avere un impatto negativo sugli utili futuri, zavorrando intanto i tassi di interesse reali. E, a partire dal 1961 fino al 2018, la crescita del Pil delle economie dell’area Ocse ha rallentato il passo dal 4,3% al 3%.

In occasione di una conferenza organizzata nel 2013 dal Fondo Monetario Internazionale, l’economista ed ex segretario al Tesoro Usa Larry Summers definì il trend di cui sopra “stagnazione secolare”, intendendo per essa una situazione in cui l’economia è alle prese con una fase persistente di debolezza. Il tutto dimostrato dal trend dei tassi di interesse reali.

Come fare per ovviare a questo problema? Per Summers, un modo potrebbe essere puntare sull’espansione della spesa pubblica: fattore su cui sta insistendo, tra l’altro, anche il numero della Bce Christine Lagarde.

Dal rapporto di Schmelzing, risulta anche che il calo dei tassi di intreresse reali ha coinciso con il calo dei rendimenti obbligazionari. Dal 1300, infatti, i rendimenti nominali dei bond sono scesi da un livello superiore al 14% al 2% circa. Il trend porta Paul Schmelzing a ritenere che sarà possibile assistere a nuovi record minimi dei tassi di interesse reali nei futuri cicli economici del 2020-2030.

Qui un tweet che cita l’analisi dell’economista: