Elezioni: Grillo chiude la porta al Governo tecnico, per JP Morgan PB risultato voto crea volatilità
Beppe Grillo sbatte la porta all’ipotesi di un Governo tecnico, che stamattina capeggiava sulle prime pagine dei più importanti quotidiani nazionali. “Il M5S non darà la fiducia a un governo tecnico, né lo ha mai detto”, è il commento lapidario lasciato da Grillo nel suo blog. “Non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari. Il governo Monti è stato il governo più politico del dopoguerra, nessuno prima aveva mai messo in discussione l’articolo 18 a difesa dei lavoratori. Il presidente del consiglio tecnico è un’enorme foglia di fico per non fare apparire le vere responsabilità di governo da parte di pdl e pdmenoelle”.
Il leader del Movimento 5 Stelle ribadisce quindi di non aver mai parlato di Governo tecnico perché “l’unica soluzione che proponiamo è un governo del Movimento 5 Stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto. Il nostro programma è chiaro ed è stato annunciato in tutte le piazze e in streaming. Le nostre parole di ieri in conferenza stampa sono state chiare e non lasciano dubbi. Abituatevi a chi dice sì per dire sì, no per dire no, senza interpretazioni”.
Il risultato delle elezioni italiane è al centro oggi di un’analisi di JP Morgan Private Banking (PB) che spiega come ai mercati “piacciono governi dell’Eurozona forti e improntati alle riforme”. Di conseguenza, il fallimento di Bersani nell’ottenere la maggioranza assoluta al Senato da solo o in coalizione con Monti “ha fatto sì che la scorsa settimana le valute risk-on e il comparto azionario fossero sotto pressione. Un altro shock è stato lo spostamento dell’elettorato verso i partiti populisti e anti-austerità, quali il Pdl (guidato da Berlusconi) e il Movimento 5 Stelle che hanno guadagnato rispettivamente il 29% e il 25% dei voti”, scrive Sara Yates, global currency strategist di JP Morgan Private Bank.
A parte l’iniziale sell-off, si legge nella nota della banca Usa, l’euro è rimasto piuttosto forte ed anche il Tesoro ha superato lo scoglio delle ultime aste di febbraio senza particolari patemi. “Tuttavia con la continua incertezza politica – si legge nella nota della banca Usa -, la debolezza dei dati dell’Eurozona che aumenta le aspettative di un allentamento della politica della BCE e con il “sequester” degli Stati Uniti che pesa sulla propensione al rischio, intravediamo la possibilità di venti contrari nel breve termine per il cross euro/dollaro“.