Notizie Obbligazioni Elezioni Germania: borse europee, euro e bond all’erta dopo il voto

Elezioni Germania: borse europee, euro e bond all’erta dopo il voto

24 Febbraio 2025 10:26

Borse europee prudenti dopo le elezioni in Germania, che hanno mostrato risultati sostanzialmente in linea con le aspettative. Il Dax ha aperto in rialzo, mentre gli altri listini del Vecchio Continente viaggiano poco mossi. In rafforzamento l’euro, variazioni contenute sull’obbligazionario. Ecco gli scenari possibili per il prossimo governo tedesco, i temi nel radar degli investitori e la reazione dei mercati.

I risultati delle elezioni tedesche e le prospettive

Il partito CDU di Friedrich Merz e il suo omologo bavarese, la CSU, hanno vinto le elezioni tedesche con il 28,6% dei voti. Seconda l’estrema destra di AfD con il 20,8%, seguita dalla SPD (16,4%), i Verdi (11,6%) e dal Partito della Sinistra (8,8%). L’affluenza alle urne, pari all’84%, ha registrato il valore più elevato dalla riunificazione tedesca. Lo scenario più probabile, l’unico percorribile per formare un governo, sembra una coalizione tra CDU/CSU e SPD, dato che il prossimo cancelliere Merz ha già escluso un’alleanza con l’AfD.

In ogni caso, il voto ha mostrato una Germania molto più frammentata rispetto alle ultime elezioni del 2021. I tre partiti della coalizione di governo hanno perso circa 18 punti percentuali, mentre quelli di estrema destra ed estrema sinistra hanno guadagnato quasi il 20% rispetto al 2021, raggiungendo quasi il 30% dei voti totali. Come evidenziato da ING, nel 2002, i quattro partiti di centri (CDU/CSU, SPD, Verdi e FDP) sfioravano il 90% dei consensi, oggi sono fermi a poco più del 60%.

Dal prossimo governo bipartitico gli analisti si aspettano norme più severe sull’immigrazione, tagli fiscali per famiglie e imprese, deregolamentazione e maggiori investimenti in infrastrutture e difesa, anche attraverso modifiche al freno al debito.

Anche per Mps Capital Services, “una coalizione tra la CDU-CSU e i socialdemocratici è l’opzione più probabile, con un’alta probabilità che questa conduca ad un orientamento espansivo della politica fiscale, nonostante il fatto che le forze favorevoli ad una revisione formale del cosiddetto debt brake non raggiungano una maggioranza dei due terzi. Il leader CDU Merz si propone di completare un accordo sul nuovo governo entro Pasqua”.

La reazione dei mercati: Dax, euro/dollaro, Bund

Il Dax si mantiene sopra la parità, con un rialzo intorno allo 0,5% a 22.430 punti, e resta in prossimità dei massimi storici toccati la scorsa settimana. Variazioni contenute per gli altri indici, con il Ftse Mib e l’Euro Stoxx 50 in flessione dello 0,2-0,3%.

Grafico Dax, fonte Bloomberg

Sull’obbligazionario, il rendimento del Bund decennale rimane in area 2,46% mentre i titoli tedeschi di scadenza più breve registrano lievi variazioni al ribasso, con i mercati focalizzati su eventuali rimozioni del freno al debito.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si rafforza leggermente a 1,048. Francesco Pesole di ING sottolinea che la moneta unica “ha reagito positivamente al risultato, poiché l’ascesa dell’AfD è stata ampiamente in linea con le aspettative e un governo bipartitico è ritenuto più stabile, data l’infruttuosa esperienza tripartitica dell’esecutivo uscente.”

Con l’avvio dei colloqui di coalizione in Germania “potremmo vedere una certa sensibilità residua dell’euro, soprattutto per tutto ciò che riguarda la regola del debito”. Tuttavia, “vediamo un’alta probabilità che la politica tedesca torni a essere un fattore secondario e l’EUR/USD sarà guidato principalmente dai dazi statunitensi e dai colloqui di pace tra Stati Uniti, Russia e Ucraina”. Alla luce del rischio tariffario e della Bce accomodante “prevediamo un ritorno al di sotto di 1,04 nelle prossime quattro settimane.”

Intanto, in Germania è stato diffuso l’indice Ifo (85,2 punti a febbraio), che continua a segnalare un’economia tedesca piuttosto stagnante, con un peggioramento della componente attuale e un lieve miglioramento delle aspettative. Nel corso della settimana arriveranno i primi dati sull’inflazione di febbraio in Europa, in vista del dato dell’eurozona in programma il 3 marzo.