Elezioni anticipate e mercati, Piazza Affari storicamente mette il turbo nei mesi prima del voto
Lo scenario di elezioni anticipate in autunno, divenuto decisamente concreto nell’ultima settimana, tiene in allerta Piazza Affari. In seguito alla decisa accelerazione sul fronte riforma della legge elettorale con l’intesa Pd-M5S-FI per un sistema alla tedesca (proporzionale con soglia sbarramento al 5%), appare molto probabile che si vada alle urne tra la fine del terzo trimestre (24 settembre) e l’inizio del quarto trimestre (22 ottobre).
La prima reazione di Piazza Affari è stata di fitte vendite a inizio settimana sul timore che le elezioni in autunno comportino problemi sui mercati alla luce anche della concomitanza dell’importante scadenza dell’approvazione della legge di bilancio proprio nelle settimane in cui si prospetta si vada al voto anticipato. Inoltre rimane il timore di fondo che alle elezioni prevalgano le forze anti-europeiste con il M5S che nei sondaggi vanta circa il 30% dei consensi contendendo al Pd il ruolo di primo partito in Italia.
Governo Monti è stato quello accolto con più calore dai mercati
Ma solitamente come si comporta la Borsa a cavallo delle elezioni e in generale quando c’è un avvicendamento di governo? Una recente analisi di Goldman Sachs evidenzia come il mercato generalmente si attivi per la copertura del rischio politico circa due mesi prima dell’evento. L’evidenza dei numeri per Piazza Affari fa emergere una netta tendenza a correre prima delle urne. Contrariamente a quanto si pensi l’arrivo di un nuovo governo non è anticipato da un andamento negativo del mercato. L’evidenza empirica, come rimarcato da uno studio di Intermonte Advisory e Gestione, l’indice Comit sia nel mese che nei due mesi che precedono la formazione di un nuovo governo ha avuto performance positiva (+3,4% e +6,9% rispettivamente in media). Non mancano le indicazioni in controtendenza, soprattutto negli ultimi anni: i maggiori rialzi sono arrivati con il governo Monti (+7,8% nel suo primo mese) dopo la burrascosa fine dell’esecutivo Berlusconi travolto dalla crisi dello spread (16% l’ultimo mese del governo). L’ultimo governo Berlusconi che ha anche il primato di peggior inizio di mandato con un sonante -18,9% nei suoi primi due mesi di vita.
Dopo le elezioni invece tendono a prevalere le vendite
L’altra evidenza è che sul mercato vada poi in atto il più classico dei “sell on news” dopo il voto. Una tendenza, smorzatasi dal ’90 in poi, vede comunque deboli performance successive all’insediamento (-2,2 per cento e -1,1% a rispettivamente a 1 e a 2 mesi).
Pertanto statisticamente Piazza Affari dà il meglio di sé nei due mesi delle elezioni. Massimo Saitta, Direttore Investimenti di Intermonte Advisory e Gestione, sottolinea come un’altra evidenza statistica chiara è la tendenza di giugno di essere un mese avaro di soddisfazioni borsistiche e che quest’anno si associa con una possibile pausa del listino milanese dopo i ritorni molto positivi da inizio anno.