Economia in pericolo, rischio aumento crediti deteriorati: Equita teme per utili banche italiane
NPL, ergo crediti deteriorati in pancia alle banche: spina nel fianco del sistema bancario europeo in generale, italiano in particolare. Una spina che fa indubbiamente meno male, visto che gli istituti hanno fatto notevoli progressi nella cessione di questi crediti malati, al fine di ripulire i loro bilanci, come chiesto dalle autorità di regolamentazione, vigilanza della Bce in primis. E’ stata la stessa Bce a riconoscerlo quando, alla fine di agosto, ha pubblicato alcuni dati da cui è emerso che, rispetto all’ammontare monstre superiore al trilione di euro di crediti deteriorati della fine del 2014, il valore degli NPL che ingolfano le banche europee si è quasi dimezzato alla fine di marzo di quest’anno, riducendosi fino a 642,5 miliardi di euro.
Detto questo, la stessa Bce ha messo in evidenza come, in proporzione, questi crediti ‘cattivi’ incidano ancora troppo sul totale degli asset: per il 41,4% in Grecia, il 21,3% a Cipro, l’11,5% in Portogallo, e l’8,4% in Italia.
Bce a parte, una nota non proprio confortante è arrivata sul tema degli NPL da Equita. La SIM ha lanciato un alert sull’accelerazione dei crediti deteriorati per le banche italiane, che avrebbe un impatto non indifferente sulla redditività degli istituti, già messa a dura prova dal contesto di tassi sotto lo zero che sono stati inaugurati dalla Bce (a tal proposito, occhio al Bce-Day odierno, che potrebbe riservare non poche sorprese.
Equita SIM stima rialzo nuovi flussi crediti deteriorati
Affrontando la questione dell’asset quality, Equita SIM rileva che “la notizia positiva riguarda l’andamento della qualità dell’attivo che si mantiene stabile su base trimestrale”. Detto questo, “stimiamo nuovi flussi di NPL di 789 milioni di euro (rispetto ai 859 milioni di euro di giugno e una media mensile 2019 di 713 milioni di euro)”, a fronte di un “tasso di crescita dello stock confermato a 3,5%”. L’alert è chiaro: “l’accelerazione dei flussi di NPL in un contesto macro che potrebbe peggiorare rappresenta la più tangibile minaccia per il settore bancario: in base ai nostri calcoli un aumento del default rate da 1,7% del 2Q a 2,6% avrebbe un impatto negativo del 27% sugli utili 2020″.
Gli analisti di Equita Sim commentano i numeri di Bankitalia relativi al mese di luglio, che hanno messo in evidenza un calo delle sofferenze bancarie di oltre -23%. Ma, per l’appunto, con il deterioramento dei fondamentali dell’economia, i crediti deteriorati in generale potrebbero tornare a confermarsi tristi protagonisti del sistema bancario italiano.
Equita SIM ha commentato anche i dati di Bankitalia relativi allo stock di titoli di stato italiani presenti nei portafogli delle banche italiane. Forte la crescita, con il valore del debito sovrano made in Italy che ha superato la soglia dei 400 miliardi di euro, salendo nfino a 401,3, di cui 287,2 miliardi di BTP.
“Lo stock è aumentato a luglio di 11 miliardi a 401 miliardi, raggiungendo il massimo da 3 anni. Crediamo che gran parte dell’incremento sia stato registrato da banche non quotate e/o da BancoPosta visto che a fine secondo trimestre le banche quotate avevano leggermente ridotto lo stock rispetto al primo trimestre (-3 miliardi a 158 miliardi) né era emersa la volontà di aumentare l’esposizione a questa asset class. Continuiamo a ritenere che, in una prospettiva di medio periodo di completamento dell’Unione bancaria, le banche saranno chiamate a ridurre lo stock di titoli di stato. In base ai nostri calcoli la riduzione potrebbe raggiungere i 69 miliardi (-44%) con un impatto negativo del 5% sul NII (net interest income, margine di interesse netto) ma benefici più che proporzionali in termini di percezione di rischio”.
Ancora, Equita ha ricordato anche altri fattori emersi dal report “Banche e monete” di Palazzo Koch, relativi ai prestiti e ai depositi:
“Gli impieghi a luglio hanno registrato un tasso di crescita dello 0,8% rispetto a 0,44% di giugno. Come prevedibile la variabile che ha inciso su questa leggera accelerazione è la performance del segmento corporate & SME, che è risultata flat (da 1% del mese precedente). Si conferma invece stabile e molto resiliente la crescita degli impieghi al segmento retail (+2,5% vs 2,4% di giugno), replicando un run-rate sostanzialmente stabile da più di due anni”.
A tal proposito, Equita SIM ha confermato la view “in base a cui soltanto una tangibile accelerazione nel tasso di crescita degli impieghi può contribuire a stabilizzare il margine di interesse di settore (nostra stima 2019 – 3% e +1% nel 2020), la cui performance risentirà ancora dell’ulteriore peggioramento dell’outlook dei tassi e di dinamiche competitive ancora sfavorevoli”.